Omicidio Orune, telefonata al fratello del teste: “Attento a quello che dirà”

Sono al vaglio degli inquirenti le pesanti minacce subite dal teste-chiave dell’inchiesta sugli omicidi dello studente di Orune di 19 anni, Gianluca Monni, e del 29enne di Nule, Stefano Masala.

L’allevatore Alessandro Taras, 39 anni di Ozieri, ha ‘cristallizzato’ ieri in due incidenti probatori nel Tribunale dei minori di Sassari e nel Tribunale di Nuoro, il racconto preso a verbale dai carabinieri il 14 aprile 2016. Ovvero di aver visto Alberto Cubeddu, il 21enne di Ozieri in carcere assieme al cugino Paolo Enrico Pinna, di 18, per il duplice omicidio, incendiare l’auto di Masala, una Opel Corsa, la notte del 9 maggio 2015 nelle campagne di Pattada, il giorno dopo il delitto dello studente.

Ma qualcuno avrebbe voluto che Taras ritrattasse o comunque non confermasse la sua testimonianza. Le minacce sarebbero arrivate la sera di lunedì 13 al cellulare del fratello dell’allevatore, a ridosso degli incidente probatori e ripetute anche ieri alla vigilia del confronto al Tribunale dei minori di Sassari.

Un avvertimento pesante diretto al teste: una voce anonima al telefono ammoniva il fratello di Taras di stare attento a quello che avrebbe detto in udienza. Lo sconosciuto avrebbe effettuato la chiamata da un numero non protetto, particolare che sta rendendo più facili le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Nuoro e dei colleghi di Sassari ai quali il fratello del super testimone si è rivolto.

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