Omicidio Lula, si cerca l’arma del delitto. Prova stub per il presunto assassino

E’ sempre piantonato all’ospedale San Francesco di Nuoro Mario Farris, il pensionato di 74 anni accusato di aver ucciso ieri mattina a Lula (Nuoro) con tre colpi di pistola il suo vicino di casa, Antonio Longu, un ex cantoniere di 71 anni ora in pensione.

L’uomo – ex emigrato che ha scontato 24 anni di carcere per avere ucciso la moglie in Germania nel 1974 – è indagato e al momento non ci sono altri provvedimenti a suo carico. Intanto i carabinieri stanno cercando in queste ore l’arma del delitto.

I militari hanno perquisito l’appartamento della palazzina popolare in via dei Mille dove il presunto assassino viveva, proprio di fronte a quello della vittima (la lite culminata poi con l’omicidio sarebbe partita da una contesa per un’antenna Tv condominiale), ma avrebbero anche setacciato le cunette sulla Statale 131 dove Farris è transitato ieri in viaggio per Nuoro. E’ lì infatti che potrebbe essersi liberato della pistola.

I carabinieri hanno anche sottoposto il pensionato alla prova stub per capire se nelle sue mani ci siano tracce di polvere da sparo. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Nuoro Andrea Ghironi che sta valutando in queste ore la posizione di Farris in attesa del primo interrogatorio.

All’indomani dell’omicidio, Lula è un paese sotto choc e s’interroga sul perché dell’ennesimo fatto di sangue, con tanti dubbi sollevati sulla pericolosità del presunto assassino, l’ex emigrato Mario Farris. Tante le persone che raccontano delle continui liti tra Farris e la vittima per problemi di condominio. Il pensionato ucciso – che aveva segnalato alle forze dell’ordine il fatto che l’ex emigrato girasse armato e che era una persona pericolosa – non sarebbe stato l’unico a subire le sue minacce. Più volte Farris avrebbe minacciato e insultato anche il personale dei servizi sociali del Comune di Lula da cui cercava aiuti economici.

L’uomo però non poteva essere considerato indigente, perché aveva una pensione minima e una casa popolare assegnatagli dal Comune alla fine degli anni ’90 subito dopo il suo rientro dal carcere. “Sarà la magistratura a fare chiarezza sull’accaduto – commenta all’Ansa il sindaco di Lula Mario Calia – per la nostra comunità è un grande dolore quello che è successo. Antonio Longu era una brava persona, gli piaceva ridere e scherzare, siamo vicini alla sua famiglia e speriamo di arrivare presto alla verità dei fatti”.

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