Omicidio Dina Dore, il Pm: “Fu un agguato compiuto con crudeltà”

Si è trattato di un vero agguato compiuto con crudeltà l’omicidio a Gavoi il 26 marzo 2008 di Dina Dore, moglie del dentista Francesco Rocca, di 43 anni, accusato di essere il mandante dell’assassinio. Lo ha detto il pm durante la seconda udienza del processo davanti alla Corte d’assise a Nuoro. Dopo cinque anni, il 28 febbraio scorso, una svolta delle indagini aveva portato all’arresto del dentista e del presunto omicida materiale. Questa mattina, dopo il rigetto di tutte le eccezioni sollevate venerdì scorso, perché ritenute infondate, il presidente Antonio Luigi Demuro ha dato la parola alle parti. Danilo Tronci della Dda di Cagliari ha ricostruito la vicenda, un assassinio compiuto materialmente da due persone: Pier Paolo Contu, di 23 anni, all’epoca dei fatti minorenne che ha chiesto il rito abbreviato per cui sarà il giudice di Sassari a decidere, ed un’altro complice rimasto ancora ignoto.

L’accusa ha ricordato la testimonianza di un amico di Contu, che ha permesso la svolta alle indagini, gli sms, il tradimento di Rocca, la scoperta di un’altra donna da parte di Dina Dore, le intercettazioni successive alla morte con contenuti di disprezzo nei confronti della moglie defunta ed anche della figlioletta (che era stata trovata sul passeggino nel garage di casa Rocca vicino all’auto dove era nascosto il cadavere della mamma) ritenuta un ostacolo al proseguo del rapporto fra il dentista e la sua amante. Le parti civili si sono associate con l’accusa, mentre la difesa ha contestato di non aver avuto notifica di tutte le intercettazioni. I difensori hanno chiesto che siano sentiti tutti i testimoni, 114, anche quelli che hanno preso parte all’incidente probatorio, e che si effettui un sopralluogo dove è accaduto il fatto. Il Pm, su richiesta della Corte, ha assicurato che entro lunedì verrà depositato un supporto magnetico con le migliaia di pagine utili ad avere un quadro completo dell’ipotesi accusatoria, completo delle intercettazioni e di tutti gli atti “irripetibili”, come l’autopsia. Il rinvio di circa un mese, all’8 novembre, è stato chiesto dalla difesa per poter valutare i numerosi documenti. Anche questa mattina oltre all’imputato erano presenti i familiari della vittima e gli anziani genitori di Rocca. Nei giorni scorsi la Cassazione ha emesso una sentenza che ha confermato l’arresto di Rocca e la competenza della Dda, elementi sempre contestati dal collegio di difesa.

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