Un mese e dieci giorni ed è arrivata la svolta tanto attesa nell’inchiesta attorno all’omicidio del 19enne di Orune, nel Nuorese. Gianluca Monni era stato freddato da alcuni colpi di fucile alla fermata dell’autobus, attorno alle 7: stava andando a scuola come tutte le mattine. Ora, come si legge ne L’Unione sarda in edicola oggi, ci sono – ufficialmente – due indagati, accusati di omicidio volontario. Si tratta di un minore di Nule (nel Goceano, 30 chilometri da Orune) e di un suo cugino di 24 anni, proprio i sospettati su cui si erano concentrate le attenzioni degli investigatori a pochi giorni dal delitto. Ieri è stata infatti una giornata di sequestri e perquisizioni nelle case e negli ovili di famiglia, prelevati i pc e altro materiale a caccia, probabilmente, di altri elementi utili. A lavoro le Procure di Nuoro e Sassari, oltre a quella dei Minori di Sassari per un caso che sembrava a un passo dalla soluzione già alcune settimane fa. Poi il silenzio. Il 17enne era stato infatti già interrogato ma aveva fornito un alibi, confermato anche dalla madre: quella mattina, secondo la sua versione, era semplicemente a casa, a letto. Solo sul tardi sarebbe andato in campagna per accudire il bestiame di famiglia.
La pista di Cortes Apertas. L’omicidio, secondo gli inquirenti, sarebbe riconducibile a una rissa scoppiata tra giovani di Orune e di Nule, nello scorso dicembre, in occasione di Cortes Apertas. In quell’occasione arrivarono degli apprezzamenti pesanti rivolti alla ragazza di Monni e nacque un confronto violento in cui proprio il minore fu pestato, spuntò pure una pistola, poi sparita nel nulla.
Il giovane scomparso. Intanto non si hanno tracce del 28enne di Nule, scomparso proprio la notte prima dell’omicidio di Monni. L’auto di suo padre, che utilizzava abitualmente, è stata trovata carbonizzata e, alcune testimonianze la indicano come probabile mezzo dei killer. Per Stefano Masala, ragazzo disponibile e semplice, si teme una brutta fine. Che sia stato coinvolto, a sua insaputa, nella possibile vendetta.