Su richiesta del procuratore generale Paolo De Falco, slitta dal 29 novembre al 5 dicembre la sentenza di appello nei confronti di Paolo Enrico Pinna. Conclusa l’arringa dell’avvocato della difesa Angelo Merlini, si è anche stabilito che le persone offese, ossia la famiglia Monni ed Eleonora Pala, tutelate dagli avvocati Margherita Baragliu, Antonello Cao e Rinaldo Lai, e la famiglia Masala, rappresentata dall’avvocato Caterina Zoroddu, depositeranno memorie entro il 27 novembre prossimo.
Paolo Enrico Pinna, il giovane all’epoca dei fatti minorenne è stato già condannato nell’aprile scorso a 20 anni di carcere per il duplice omicidio di Gianluca Monni, lo studente di 19 anni ucciso a Orune l’8 maggio 2015 alla fermata del bus, e del 29enne Stefano Masala, scomparso da Nule il giorno prima dell’assassinio di Monni e mai più ritrovato.
Le tesi della difesa, in parte già enunciate lunedì scorso con la prima arringa dell’avvocato Marras, mirano a sgretolare l’impalcatura di accuse formulate dal pg. In particolare il collegio difensivo contesta la datazione della morte di Stefano Masala. Secondo gli avvocati dell’imputato, Masala non sarebbe morto il 7 maggio perché agli atti del processo celebrato in primo grado ci sono dichiarazioni di testimoni che hanno visto il ragazzo la sera dell’8 a Pattada. Per i due omicidi di cui è accusato, Pinna era finito sotto processo insieme al cugino Alberto Cubeddu, per il quale c’è un procedimento in corso davanti alla Corte d’assise di Nuoro. Per Pinna il Pg ha chiesto la conferma della condanna a 20 anni.