Nucleare, l’Isola fa i conti. Migaleddu (Isde): “Da Sogin e Ispra dati diversi”

Ma quante scorie nucleari verranno stoccate all’interno del deposito unico nazionale che verrà realizzato dalla Sogin? “La risposta non è affatto scontata, se si considera che per l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) questi rifiuti non raggiungeranno i 59.000 mc in totale, mentre per la Sogin sono 90.200”, rivela il presidente Isde-Medici per l’ambiente Sardegna Vincenzo Migaleddu durante l’incontro organizzato dal Comitato No scorie-Sardegna e dal Wwf Sassari.

Più volte politici e associazioni ambientaliste hanno paventato il rischio che la Sardegna possa essere uno dei luoghi “privilegiati”. Leggi: Stoccaggio scorie, c’è la lista (secretata) dei siti idonei

“Ma a destare maggiore preoccupazione sono i dati relativi ai rifiuti nucleari ad alta intensità, che rappresentano il 95% della radioattività: se per l’Ispra sono 1770 mc in tutto, la Sogin ne conteggia 15.200 mc”, aggiunge Migaleddu. In pratica, tra pregressi al 31.12.2012 e futuri, una quantità dieci volte maggiore rispetto a quella dichiarata da Ispra. Così si trova scritto nella relazione firmata dal direttore del Deposito unico e del Parco tecnologico Fabio Chiaravalli.  Ed è proprio l’introduzione della distinzione tra scorie pregresse e future a destare sospetti, “il rischio è che l’area destinata ad accogliere le scorie si trasformi nella pattumiera dello stivale e d’Europa”, attacca Migaleddu. E fornisce le prove: “Basta consultare la carta dei produttori e dei detentori di rifiuti radioattivi presenti in Italia pubblicata da Sogin. Il punto è che la mappa non include solo gli ospedali e le vecchie centrali dismesse, ma anche numerose acciaierie, Alfa e Beltrame comprese. Entrambe note alle cronache dell’isola per aver inviato in Sardegna alcuni carichi di fumi d’acciaieria contaminati da  Cesio 137, elemento radioattivo che ha un tempo di decadimento di 30 anni”. In tutti i casi, i carichi erano destinati alla Portovesme srl, nel Sulcis.

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