Noragugume, padre e figlio uccisi a fucilate nelle campagne

Due cadaveri sono stati ritrovati questa mattina, nelle campagne di Noragugume, paese del Nuorese, in località Bira Birdis. Si tratta di due allevatori, padre e figlio, Bruno e Umberto Nieddu, rispettivamente di 74 e 26 anni.

Sono stati uccisi  a fucilate vicino al loro allevamento, al termine delle operazioni di mungitura. Non si conosce al momento il numero dei colpi esplosi: sul posto accanto agli agenti della Squadra mobile, stanno lavorando gli specialisti della scientifica passando palmo a palmo tutta l’area del duplice delitto alla ricerca di indizi. A quanto pare al momento non sarebbero stati trovati bossoli. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Oristano.

La ricostruzione. I due, stando a una prima ricostruzione, avevano appena spento il motore del loro Fiat Fiorino, Umberto era già sceso dal mezzo quando gli assassini sono entrati in azione. Il giovane viene raggiunto dai colpi di fucile a pochi metri dall’auto, il padre invece non sarebbe nemmeno riuscito ad allontanarsi dal veicolo che i killer lo hanno freddato. I responsabili dell’agguato si sono poi allontanati velocemente dalla zona. È stata una telefonata al 113 a segnalare il ritrovamento dei cadaveri.

La faida. Il duplice omicidio potrebbe essere collegato alla faida che tra il 1998 e il 2000 ha visto coinvolto il piccolo centro collinare del nuorese. Una faida che nel giro di due anni ha visto cadere sotto i colpi delle armi da fuoco otto persone. Due i gruppi familiari e le fazioni contrapposte con vittime da entrambe le parti che si sono susseguite con un macabro botta e risposta. Solo due i delitti risolti, con rispettive sentenze all’ergastolo, sei quelli ancora senza colpevole. All’origine della faida problemi legati agli sconfinamenti degli animali durante il pascolo e alle proprietà dei terreni limitrofi. (ANSA)

“Non ci sono parole per descrivere lo stato d’animo mio personale e dell’intera comunità. Parliamo di un ragazzo 26 anni che è stato ammazzato mentre andava al lavoro a guadagnarsi il pane. Ragazzo solare e benvoluto da tutti in paese”. Così il sindaco di Noragugume, Michele Corda.

Il primo cittadino tende ad escludere l’ipotesi di un collegamento tra questo ultimo fatto di sangue e la faida che per due anni, dal 1998 al 2000 ha insanguinato le campagne del paese. “Umberto ai tempi della faida aveva 9 anni – spiega il sindaco – e non c’entra niente con quei fatti, né la sua famiglia ha avuto un coinvolgimento diretto o indiretto con quelle vicende. Umberto era un ragazzo d’oro, non stiamo parlando del classico bullo paese, viveva come tutti i ragazzi della sua età, ieri sera era in pizzeria con i suoi amici. Nessuno poteva volergli male, per questo tutto il paese si è riversato stamattina nel luogo dove è avvenuto il fatto”.

Il primo cittadino di Noragugume, dunque, non sa capacitarsi di questo duplice omicidio che potrebbe essere maturato, scartando i legami con la faida, nel mondo della campagna per questioni strettamente legate ai due allevatori. Umberto Nieddu era un grande lavoratore e negli ultimi anni aveva dato una mano fondamentale al padre a ingrandire l’azienda di famiglia, su cui gravitavano poco più di 300 capi ovini. I genitori di Umberto erano separati da tempo, e la madre vive insieme alla sorella maggiore della giovane vittima in provincia di Cagliari. Umberto era rimasto a Noragugume insieme al padre Bruno a lavorare sodo: da poco con il babbo aveva costruito un capannone ed era in dirittura d’arrivo anche il progetto per la costruzione della mungitrice. (ANSA)

 

 

 

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