Montevecchio, “burocrazia e bilanci in rosso soffocano l’ex borgo minerario”

“Soldi in cassa non ce ne sono, pertanto anche il ‘Piano di recupero e gestione dell’area mineraria di Montevecchio’ ha subito una battuta d’arresto”. Risponde così il sindaco di Guspini Rossella Pinna (Pd) alle accuse dell’ex primo cittadino Francesco Marras (Pd anche lui), che nei giorni scorsi (leggi) aveva denunciato l’affossamento del progetto che ha portato il Premio Eden nell’ex borgo minerario.

I fatti. Il piano da 10 milioni di euro basato sul recupero di 33 edifici che doveva ridare vita a Montevecchio non è decollato: alcuni percorsi museali sono stati interrotti, diversi stabili sono di nuovo nelle disponibilità dell’Igea e gran parte degli edifici ristrutturati è oggi inaccessibile. A confermarlo è anche la capogruppo del Pd in consiglio comunale Stefania Atzei: “Durante l’ispezione a Montevecchio voluta dai consiglieri di minoranza a fine maggio, sono rimasta incantata dalla bellezza di quei luoghi. È un vero peccato che tanti stabili siano off limits pur essendo stati ristrutturati e riadattati”.

“Intanto abbiamo ereditato dalla passata amministrazione opere e allestimenti non completati, ma poco a poco stiamo andando avanti. La ragione per cui molti edifici sono chiusi è semplice: mancano le autorizzazioni – afferma Rossella Pinna -. Ad esempio, alla Sala Modelli manca la certificazione relativa all’impianto elettrico. Così abbiamo incaricato un professionista di accertarne la conformità”.

“Per il ristorante Zely manca invece l’agibilità: per questo stiamo completando le verifiche di legge insieme alla Soprintendenza ai Beni Culturali”, spiega il primo cittadino. Sempre a proposito del ristorante inaugurato ma mai aperto al pubblico, il sindaco precisa: “Le manifestazioni d’interesse non furono sette, ma tre”. Altri 850mila euro congelati. A tanto infatti ammontò la spesa per riattare l’ex spaccio secondo Francesco Marras.

C’è poi la questione relativa alla restituzione di alcuni siti all’Igea. Per la Pinna, nella Sala compressori, “l’ex amministrazione ha realizzato lavori in proprietà che non rientravano nelle sue disponibilità. In ogni caso, anche per gli uffici di Sant’Antonio, non si è trattato di alcuna restituzione in quanto essi, sebbene recuperati dal comune, erano di proprietà di Igea , a differenza degli altri locali per i quali solo l’attuale amministrazione ha regolarizzato la posizione ottenendone il comodato d’uso gratuito e stabilendo un titolo reale su di essi. Igea, di fatto a Sant’Antonio è a casa propria”.

Per quanto riguarda il complesso dell’ex ospedale, che originariamente sarebbe dovuto andare all’asta (ai tempi di Soru, Comune e Regione avevano deciso di realizzare un albergo), “l’Igea sta procedendo alla messa in sicurezza dello stabile, così come deliberato dal Consiglio regionale, che per l’operazione aveva stanziato 500mila euro, mentre altri 400mila vengono dal Parco Geominerario”.

In ogni caso, il sindaco assicura che “in quell’area l’Igea non farà nessun ufficio, prima deve essere approvato il Piano particolareggiato di Montevecchio”. Eppure la società mineraria avrebbe già affidato i lavori per la realizzazione di un complesso di uffici all’ingegnere guspinese Luigi Serru.

Ora si spera che a Montevecchio passi un altro treno, per esempio quello del Piano Strategico sovracomunale sponsorizzato dal governatore Ugo Cappellacci. Ma Rossella Pinna non si fa illusioni: “Manca l’accordo quadro col Ministero: è solo un sogno nel cassetto”.

Piero Loi

 

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