Mistero su Shardna, sparite 14mila provette dalla banca del gene

Si preannuncia particolarmente complessa l’indagine attorno alla sparizione di 14 mila provette contenenti campioni di dna degli abitanti di Ogliastra dal Parco Genos, il laboratorio di Perdasdefogu che custodisce la banca genetica del progetto Shardna. È ancora mistero sul furto: chi e quando ha fatto sparire i campioni, considerato che le chiavi del laboratorio le hanno in pochi e che per spostare le provette senza comprometterne il contenuto servono precise precauzioni?

La conferma sulla sparizione arriva da Piergiorgio Lorrai, presidente del Parco Genos, che detiene di fatto le chiavi del laboratorio. “Abbiamo notato un po’ di disordine nei giorni scorsi”. Un furto, quindi? “Al momento stiamo valutando se manca qualcosa o no. Stiamo facendo una sorta di inventario”. Sta di fatto che c’è un’indagine avviata da parte della Procura della Repubblica di Lanusei e i militari della Compagnia di Jerzu sono già al lavoro sulle indagini. La biobanca conserva i campioni a meno 80 gradi; al suo interno lavora una dipendente tecnico di laboratorio. È mistero anche sull’eventuale scasso: “Non ci sono segni – afferma Lorrai – Ma presto sapremo dare più dettagli”. Quella di prelevare, spostare e conservare i campioni è un’operazione non semplice e ‘da professionisti’.

Il furto dei giorni scorsi è solo l’ultimo inquietante capitolo di una vicenda che ha già sollevato parecchie polemiche dopo la cessione della società SharDna, che conserva oggi 230mila campioni genetici e biologici estratti da 13mila abitanti di Baunei, Escalaplano, Loceri, Perdasdefogu, Seui, Seulo, Ussassai, Urzulei, Talana e Triei alla società inglese Tiziana Life, avvenuta lo scorso 18 luglio.

Il Parco Genos ha avviato un’iter legale con richiesta di chiarimenti al tribunale sulla vendita della società.

Lorrai, di professione dentista e imprenditore, ha acquistato man mano le quote del Parco Genos e chiede che i campioni restino di proprietà dei donatori volontari. Non solo: che gli ogliastrini possano ritrattare il consenso firmato anni fa all’uso “scientifico”.

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