Diritti civili e omosessualità, in Sardegna cresce il dibattito: “Sogniamo il modello francese”

Tanti appuntamenti nell’Isola per discutere di diritti civili, omosessualità e nuove unioni: a Sassari entra nel vivo Diritti al Cuore D.O.C., programma di incontri e conferenze voluti dal Movimento Omosessuale Sardo: oggi dalle 18,30, nella sala Angioy del palazzo della Provincia, il seminario “Quali diritti per le famiglie gay e lesbiche? Sposarsi, convivere, essere genitori” realizzato in collaborazione con Università, Provincia di Sassari e Commissione per le Pari Opportunità, mentre sabato dalle 16 in piazza Università partirà la grande manifestazione contro omofobia, razzismo e sessismo. A Cagliari invece prosegue la Queeresima organizzata dall’Arc, giunta alla sua quarta settimana: nei prossimi giorni continuano gli appuntamenti con presentazioni di libri, mostre e proiezioni sul tema dei diritti civili.

E mentre nell’Isola fervono i preparativi per il primo Pride Sardegna, grande corteo che colorerà il lungomare Poetto di Cagliari la sera del 29 giugno, arrivano dalla Francia notizie che fanno sognare la comunità omosessuale sarda: sono le immagini del bacio tra Bruno e Vincent, sposi novelli uniti in matrimonio dal sindaco di Montpellier qualche giorno fa. Se le nozze egualitarie sono una realtà in Francia dal 18 maggio scorso e già da tempo sono contemplate in Islanda, Spagna, Portogallo, Olanda, Svezia, Norvegia e Belgio, il nostro paese ancora arranca sul tema. E di sicuro l’opinione della chiesa non mostra segni di grande apertura: giusto qualche giorno fa Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in un incontro con i giornalisti bollava il matrimonio gay come “vulnus grave alla famiglia”, composta da “una mamma e un papà che nella loro completezza di personalità danno ai propri figli un’educazione integrale nella libertà di ciascuno”. Insomma, cristiana compassione si, ma nessun sostegno per le unioni giuridicamente riconosciute tra persone dello stesso sesso.

“È un’epoca in cui, grazie ai social network, ognuno si sente in diritto e in dovere di esprimere la propria opinione in merito a ogni cosa”. Commenta così le parole di Bagnasco Andrea Ibba Monni, attore e regista teatrale cagliaritano. Qualche mese fa la sua compagnia Ferai Teatro ha portato in scena in città “PorNoGay”, spettacolo sul tema dell’omosessualità tra verità e stereotipi. “Credo sia un lusso tacere davanti a ciò che non si è in grado di commentare. Così mi prendo questo lusso: io non sono un padre e non ho compiuto certi studi, così il Cardinale Bagnasco. Ma penso che esistono da molto tempo famiglie omogenitoriali che hanno cresciuto figli e che ‘il cielo non ci è cascato sulla testa’. In ‘PorNoGay’ diciamo “non c’è nulla da dichiarare, c’è solo da vivere”. Ricordiamocelo”. Nel nostro paese il diritto privato garantisce già forme di legame giuridico tra omosessuali, ma manca una legge che consenta il matrimonio vero e proprio: “In Italia c’è un vuoto normativo impressionante: mancano leggi che puniscono l’omofobia come reato d’odio, che regolano le convivenze e permettano di sposarsi a coppie dello stesso sesso” ricorda Francesca Corona, attivista dell’associazione cagliaritana ARC. “Ovviamente chiedere un diritto non significa automaticamente usufruirne, ma sarebbe ora che anche in Italia si legiferasse in materia di matrimoni omosessuali”.

Se ancora in Italia non è previsto il matrimonio egualitario, il comune di Cagliari ha istituito un anno fa il registro digitale per le unioni di fatto e le convivenze, in linea con altre città italiane. Eppure l’iscrizione al registro comunale ha più l’apparenza di un atto simbolico che una vera valenza pratica, dato che riconosce sostegno e tutela alle coppie di fatto, oltre che accesso ai benefici in materia di diritto alla casa e ai servizi sociali, ma non interferisce con le norme statali nè con anagrafe e stato civile.

E se anche l’Italia contemplasse i matrimoni gay? “Io mi sposerei”, confida Roberta Doglio, 31 anni, cagliaritana, mentre stringe la mano della sua compagna Viola Cossu. “Vedere le immagini del matrimonio di Montpellier è stato commovente per noi. Ovviamente un matrimonio che assicura diritti e doveri reciproci va affrontato con consapevolezza e con una certa stabilità emotiva ed economica, ma è la stessa cosa anche per le nozze tra etero”. E il registro delle unioni civili, già previsto dal comune di Cagliari? “E’ una via di mezzo che non ha ragione di esistere, non ha un vero valore giuridico perché non riconosce lo stato civile” prosegue Viola. “Certo è importante che ci sia, se non altro come punto di partenza, ma il matrimonio è un contratto vero è proprio ed è giusto che chi vuole sposarsi abbia la possibilità di farlo”.

Nel frattempo, l’immagine del bacio tra Bruno e Vincent per tanti italiani sembra essere ancora soltanto una lontana illusione.

Francesca Mulas

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