Mater, dopo il robot arriva la super Tac. Servirà per interventi cranici e spinali

Dopo il robot radiochirurgo per la cura del tumore al cervello, il Mater Olbia prosegue nella ricerca dell’avanguardia medica con l’acquisto dell’apparecchio per la Tac intraoperatoria che rappresenta l’avanguardia per gli interventi al cranio e alla spina dorsale. Questo macchinario, che costa un milione di euro, può contare su un sistema avanzato di navigazione che consente al neurochirurgo di vedere oltre i propri occhi. Si tratta di un sistema installato solo in altri tre centri italiani, progettato per essere utilizzato in sala operatoria perché consente la scansione del paziente durante l’intervento, in qualsiasi situazione chirurgica. Il macchinario “viene utilizzato negli interventi di asportazione dei tumori cerebrali, benigni e maligni nella patologia spinale, come ad esempio le stabilizzazioni della colonna vertebrale”, ha spiegato Giovanni Sabatino, responsabile dell’Unità operativa di neurochirurgia. La tecnologia utilizzata da questa apparecchiatura prevede un sistema di integrazione delle immagini che rese disponibili al chirurgo direttamente con il microscopio in visione tridimensionale gli consentono di preservare le funzioni motorie e cognitive superiori.

Nella patologia spinale consente di effettuare interventi di stabilizzazione della colonna, riducendo la dose delle radiazioni e aumentando la precisione nel posizionamento delle viti, grazie alla navigazione tridimensionale. Infine, nella patologia funzionale dei disturbi del movimento, come il Parkinson e i tremori essenziali, “permette l’impianto di stimolatori profondi cerebrali che migliorano la qualità della vita di tali pazienti“. Il punto di forza è l’integrazione dell’apparecchiatura con le sale operatorio visto che “è possibile richiamare tutti gli esami radiologici
precedenti del paziente e sovrapporli alle acquisizioni tridimensionali ottenute in tempo reale grazie all’utilizzo della Tac intraoperatoria”, spiega Sandra Demurtas, responsabile del Servizio di ingegneria clinica dell’ospedale gallurese. In questo modo il neurochirurgo ha tutte le informazioni necessarie per avere la massima precisione durante l’operazione per preservare le aree del cervello deputate al governo di funzioni come il movimento o la parola.

 

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