Malati di Sla, ultimatum al Governo: «I soldi per noi o sarà sciopero della fame»

Solo promesse. Tante, troppe. Tanto che i malati di Sla non aspettano più. La lettera al governo di Enrico Letta l’ha scritta Salvatore Usala, uomo simbolo della battaglia. Di fatto è un ultimatum: “Se entro il 29 settembre non otteniamo un incontro con rappresentanti qualificati, il 22 ottobre cominciano lo sciopero della fame“.

Dunque, i malati di Sla tornano all’attacco. Perché loro senza le risorse del Servizio sanitario nazionale non possono vivere. Usala si è stancato delle false speranze regalate, perché di mezzo c’è la sopravvivenza. Quella sua e di altri malati.

Nero su bianco ecco i punti fermi. “Chiediamo un incontro entro il 29 settembre, con i rappresentanti qualificati del Governo e devono essere almeno i sottosegretari dei tre ministeri interessati alla nostra vertenza. Quindi l’Economia, il Lavoro e la Salute”.

Se da Roma faranno orecchie da mercante, ancora una volta, “faremo un presidio permanente, giorno e notte a partire dal 22 ottobre 2013. Senza risposte attueremo lo sciopero della fame in loco e almeno 60 malati gravissimi digiuneranno a casa. Forniremo l’elenco dettagliato”.

Quindi la fermezza choc: “Attueremo una campagna mediatica senza precedenti: il rischio del morto in diretta è un richiamo formidabile, in particolare con malati in barella“. “E se non bastasse – va avanti Usala – attueremo lo sciopero della sete con morte certa in 48 ore. Ricordo che parliamo di persone fragili, dipendenti da macchine vitali. C’è il rischio concreto che l’Italia diventi la vergogna d’Europa“.

In caso di mancate risposte, il presidio verrà fatto a Roma, in via XX Settembre, davanti al ministero dell’Economia, perché i cordoni della borsa li deve aprire su tutti Fabrizio Saccomanni. I malati di Sla chiedono: assistenza domiciliare adeguata alla gravità del caso, fino a garantire la presenza, vigile 24 ore su 24, senza differenza fra Regioni.

Usala spiega ancora tutta una serie di condizioni: “I fondi devono andare direttamente ai disabili, senza intermediazioni. Va garantita la libertà di scelta per chi decida per il ricovero nelle residenze sanitarie assistite (Rsa, e simili); l’assistenza deve essere assolutamente svincolata dall’Isee famigliare”. Per i malati di Sla è imprescindibile anche “il riconoscimento economico e previdenziale del cosiddetto Care Giver, anche ai fini di un prepensionamento per lavoro usurante”.

Ecco infine il piano dettagliato dei conti. Usala propone di “destinare 4,5 miliardi di euro per un massiccio ritorno in famiglia di malati e anziani che lo desiderano. Va ricordato che le maggioranza delle Rsa erano e rimangono squallidi ospizi con iniqua occupazione, sottopagata spesso in nero, dirette da lobby legate alla politica locale e nazionale.

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