Dopo quattro anni, 1217 giorni, addio al Presidio di piazzale viale Trento, a Cagliari. Equitalia, parcheggi Brotzu, Abbanoa, usi civici, Sla, servitù militari, migranti, sfratti. Ma l’elenco è ancora più lungo: sono le battaglie combattute fino a oggi. Ora, su sollecitazione della Regione proprietaria dell’area, gli attivisti hanno smontato il loro quartier generale sistemato su un lato del maxi-posteggio davanti al Palazzo regionale. La sede, una sorta di gazebo utilizzato per le riunioni e l’organizzazione delle manifestazioni, era stata installata l’11 novembre 2011. Da questa mattina gli attivisti stanno caricando tutta la roba sui furgoni.
Ma non è un addio. “Fino a oggi – spiegano Giacomo Dessì e Ambrogio Trudu, storici componenti del movimento – eravamo qui. Ma da ora in poi saremo ovunque”. Lotta nomade per i più deboli: prossimo appuntamento il 15 in piazza del Carmine per l’aituale sit-in contro le servitù militari. “Hanno perso un’occasione per dialogare – aggiunge Trudu, rivolto alle istituzioni – i Movimenti in questo periodo così difficile hanno permesso di convogliare in maniera pacifica le iniziative di protesta. Arginando in qualche modo le spinte individuali della diffusa protesta. Ora sceglieremo altre strade. Se la democrazia 2.0 è questa, noi ci disconnettiamo”.
Così si legge in una nota pubblicata dal Presidio sul social network Facebook: “Il parcheggio sarà restituito ai legittimi proprietari: incuria e traffici di vario genere. Gli attivisti smonteranno le strutture del Presidio in seguito alle tre intimazioni che la Regione sarda, dopo varie riunioni abbiamo deciso che questa sia la soluzione migliore per evitare ripercussioni penali nei confronti di alcuni di noi”. Poi l’attacco polemico: “Le ordinanze di sgombero sono state le uniche risposte della politica alle nostre istanze: lavoro, economia, salute, diritti negati, ambiente inquinato, occupazione militare”.
Ma oggi sarà anche una “giornata di festacon tutte le persone che in questi anni hanno partecipato alle nostre azioni”.