Tra fede e folklore, via alla settimana santa

Entra nel vivo oggi con la Domenica delle Palme la Settimana Santa, uno dei momenti religiosi più suggestivi di tutta l’isola: nei dieci giorni tra il venerdì dei Misteri e la domenica di Pasqua si fondono insieme tradizioni antichissime e rituali lontani, liturgia cristiana e usanze pagane, rappresentazioni tra sacro e profano che portano in scena nelle strade, piazze e chiese dell’isola gli ultimi istanti della vita di Cristo.

Protagoniste assolute sono le Confraternite religiose che custodiscono e tramandano anno dopo anno i rituali della Chida Santa, organizzano le celebrazioni e le processioni, si occupano di vestizioni, veglie, preghiere, canti. I riti della Settimana Santa sono simili in tutta l’isola ma le manifestazioni piu’ suggestive sono quelle di Cagliari, Alghero, Sassari, Iglesias e Castelsardo. Molto seguite anche le celebrazioni di Desulo, Domusnovas, Bosa, Bortigali, Oliena.

A Cagliari i rituali sono affidati all’Arciconfraternita della Solitudine, del Santissimo Crocifisso, del Gonfalone, alla Congregazione Mariana degli Artieri di San Michele che si muovono nei quattro quartieri storici di Stampace, Marina, Castello e Villanova. Ad Alghero protagonista è la confraternita della Misericordia, conserva nella sua chiesa il prezioso Sancristus, la statua Lignea del Cristo che si dice essere giunta da Alicante in condizioni miracolose. I riti algheresi mantengono ancora forte l’impronta catalana in formule e rituali. La Confraternita dell’Oratorio di Santa Croce è invece custode dei riti della Settimana Santa a Castelsardo, dove il momento più solenne è quello del Lunissanti con una lunga processione dai tratti estremamente cupi e oscuri che arriva fino a Tergu. A Iglesias la tradizione è affidata all’Arciconfraternita del Santo Monte e le processioni vedono protagonisti i  “Baballottis” con il loro abito bianco e il volto nascosto sotto “sa visiera”, il cappuccio.

LA SETTIMANA SANTA

I rituali prendono il via con la Domenica delle Palme (per il rito romano De Passione Domini): la giornata celebra metaforicamente il sacro ingresso di Gesù a Gerusalemme, dove secondo il vangelo di Giovanni fu accolto da una folla festante che agitava foglie di palma. Le messe solenni mattutine si concludono con la benedizione delle palme intrecciate. Ad Alghero, nella chiesa della Misericordia, dopo una processione della Confraternita si prepara il Sancristus sulla croce. Anche a Cagliari, nella chiesa di San Giovanni, il grande crocifisso di legno seicentesco e’ rimosso dall’altare e preparato per la settimana.

Il Lunedì santo, o Lunissanti, grande festa a Castelsardo per la processione dei Misteri (le statue che rappresentano la passione di Cristo) che nel resto dell’isola è organizzata il giorno successivo. Dalle sette del mattino i confratelli si ritrovano a Santa Maria per  le vestizioni, da qui la processione che passando in Cattedrale arriva al piccolo paese di Tergu: il primo confratello in processione porta con se un vassoio con un teschio umano, simbolo di cerimonia funebre, a seguire gli altri confratelli incappucciati che portano i Misteri. Dopo il ritorno a Castelsardo i gruppi girano per la città fino a mezzanotte, mentre il paese è illuminato solo dalle fiaccole si celebra l’ultima messa con il canto de profundis.

Martedì si celebra ovunque la processione dei Misteri: da Cagliari ad Alghero, da Iglesias a Sassari sfilano i simulacri lignei che rappresentano i momenti della passione di Cristo. Nel capoluogo isolano sono le sette statue lignee scolpite nel XVII secolo da Antonio Lonis. A Sassari la processione e’ organizzata dalla confraternita dei Misteri, prende il via dalla chiesa della Sacra Famiglia e termina nella chiesa della Santissima Trinita’.

Mercoledì protagonista è la Madonna Addolorata: le statue mariane vengono vestite a lutto dalle consorelle di tutta l’isola e poi portate in processione. A Cagliari anche Sant’Efisio indossa le vesti da lutto. A Iglesias, dopo una messa solenne, sono distribuiti ramoscelli d’ulivo e fiori che ricordano il simulacro di Gesù.

Giovedì: è il momento de S’Incravamentu, quando il simulacro di Gesù è inchiodato alla croce e preparato per l’adorazione dei fedeli. A Cagliari è suggestivo l’allestimento delle chiese con su nenniri, i vasetti con i germogli di grano addobbati con nastri e decori, Sant’Efisio è ancora listato a lutto e si visitano le sette chiese cittadine. In tutta l’isola la sera del giovedì santo si celebra la messa “in coena domini” a cui segue la tradizionale lavanda dei piedi e l’adorazione dei sepolcri.

Venerdì santo è prosegue S’Incravamentu: il Cristo morto è portato in processione dalle confraternite, vero e proprio corteo funebre in alcuni casi accompagnato da fiaccole che si conclude con la rappresentazione della deposizione di Cristo ai piedi dell’altare. A Castelsardo la processione e’ condotta con il canto del Miserere.

Sabato si celebra Su Scravamentu, o deposizione dalla croce, contemporaneamente sono portati in processione i simulacri della Madonna che si reca verso il sepolcro. Ad Alghero si celebra una veglia in Cattedrale con la benedizione dei fuochi, a Castelsardo, Iglesias e in altre città isolane si benedicono acqua, cero pasquale e fuochi.

Domenica di Pasqua: Maria incontra suo figlio risorto: in tutta l’isola si rappresenta S’Incontru, i due simulacri della Madonna e di Cristo sono portati in processione dai confratelli finché non si trovano insieme. Maria perde il velo nero del lutto e indossa quello azzurro.

Francesca Mulas

(immagine di Francesco Nonnoi)

 

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