Poledrini, direttore Arst: “Per salvare il Trenino 4 milioni non bastano”

Nel 2010 l’Arst, la principale azienda di trasporto pubblico in Sardegna, eredita la gestione delle linee a scartamento ridotto, comprese quelle dove transita il servizio turistico del “Trenino Verde“. Nei giorni scorsi proprio l’Arst aveva comunicato la sospensione del servizio per l’estate 2015. Una sospensione subito scongiurata dall’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana che ha messo a disposizione 4 milioni di euro per l’avvio della nuova stagione.
Il direttore generale dell’Arst, Carlo Poledrini, a capo dell’azienda da appena due anni, pur essendosi da sempre occupato del settore dei trasporti su gomma crede fermamente nel mantenimento e nel rilancio della linea ferroviaria del “Trenino Verde”.

Direttore Poledrini, molti sardi pensano che 4 milioni di euro per avviare il servizio turistico del Trenino Verde siano eccessivi. È così?

Purtroppo no. Quattro milioni di euro sono una cifra molto ridotta rispetto alle reali necessità. In realtà una linea ferroviaria non è composta dal solo treno che passa sulla linea, uno o due giorni a settimana. Se facciamo il paragone con gli autobus per esempio, gli autobus passano su una strada costruita e mantenuta da altri (l’Anas), mentre la linea ferroviaria richiede una continua manutenzione e un continuo controllo ma a nostro carico, e che risulta molto caro. Questo perchè non è una strada normale, ma è formata dai binari, dalle traversine, dai caselli, dai passaggi al livello, dai ponti, dalle gallerie. Per questo motivo servirebbero molti più fondi per tenere la linea in piena efficienza. Un’attenzione e una manutenzione che devono essere costanti.

Ma si tratta di un costo particolarmente esoso perché parliamo di Sardegna?

No, tutte le ferrovie, non solo quelle sarde hanno costi altissimi di manutenzione da sostenere. Comprese quelle che non fanno servizio turistico. Possono apparire costi altissimi in senso assoluto, ma se consideriamo gli oltre 400 chilometri di linea le cifre a disposizione risultano molto basse.

La manutenzione di cui parliamo è limitata alla stagione estiva, quando è in corso il servizio del “Trenino Verde”?

Contrariamente a quanto si pensa, le manutenzioni vanno fatte durante tutto il corso dell’anno e non solo quando il treno circola. Così come vanno tenuti sotto controllo ed in efficienza tutti i rotabili: dai vagoni ai locomotori.

La condizione dei veicoli com’è?

Stiamo parlando di mezzi molto vecchi, alcuni risalgono anche a metà degli anni ’50. E’ anche per questo che i costi lievitano. Se facciamo un paragone con le nostre automobili, sappiamo benissimo che per i primi 4-5 anni solitamente non abbiamo problemi di manutenzione. Ma dopo 10-15 anni s’inizia col portarla costantemente in officina. E così è per i nostri mezzi, che essendo molto vecchi hanno bisogno di continue rimesse a punto.

In questa linea gli investimenti negli anni sono stati costanti?

Purtroppo no. La costanza dell’investimento non c’è stata e questo naturalmente ha contribuito ad invecchiare notevolmente i mezzi e la linea.

Quali sono i numeri del personale ferroviario?

Possiamo contare su un minimo di 160 sino a 200 addetti a seconda delle necessità.
E anche questi rappresentano costi fissi. Sono diverse le figure professionali previste dalla legge, dai capistazione ai manovratori, dai capitreno ai cantonieri. Un treno, senza queste figure professionali, non potrebbe circolare, ancor meno se consideriamo il fatto che stiamo parlando di un binario unico. Cosa che ci si dimentica molto spesso di sottolineare.

Cosa significa “binario unico”?

La linea a “binario unico” comporta, dal punto di vista della sicurezza, che ogni tronco ferroviario prima di essere impegnato da un treno deve ricevere una serie di informazioni e nullaosta dai capistazione e vari casellanti, perchè in una linea a “binario unico” il rischio di incidenti, cioè di scontri tra treni, è molto più alto. Tutto questo sistema ha un costo. E si tratta di un costo elevato. Il treno richiede un’attenzione e una cura senza sosta, dal primo gennaio al 31 dicembre.

Come mai il servizio turistico è limitato alla stagione estiva e non si amplia o si concentra all’autunno quando molti di questi paesi sono coinvolti in manifestazioni di grande richiamo come “Cortes apertas” e similari?

Premesso che noi non decidiamo autonomamente quando far circolare il treno, ma lo facciamo di concerto con la Regione, per rispondere alla domanda di offerta sulle varie iniziative esistenti da “Cortes apertas” a “Su prugadoriu” di Seui, dal Cammino di Santu Jacu ad altre ancora, mettiamo a disposizione per chi ne fa richiesta dei treni charter che viaggiano di domenica. Cioè dei treni a noleggio appositi per raggiungere delle località precise.

E dai territori di proposte di questo genere quante ne arrivano?

Ben poche. Noi siamo a completa disposizione. Quando la Regione ci autorizza e naturalmente oltre ai richiedenti il servizio viene pagato noi ci siamo. I nostri macchinisti, i nostri capitreno, i nostri capistazione sono così appassionati che son disposti anche a lavorare 15 ore pur di fare questi servizi. Perché gli piace proprio farlo.

Per lei questa linea ferroviaria dovrebbe mantenere il servizio turistico?

Negli anni ’80-’90 le politiche del trasporto hanno tagliato notevolmente le linee ferroviarie in favore dei mezzi su gomma. Questo tipo di linee venivano considerate dei rami secchi da potare e così fecero: tagliarono tutto e ovunque. E se ricordiamo bene anche in Sardegna lo Stato voleva chiudere totalmente queste tratte. Ma per fortuna la lungimiranza della dirigenza di questa ferrovia intravide la possibilità di declinare quel trasporto in un servizio turistico e quindi la potenzialità e l’opportunità economica e culturale che le ferrovie sarde a scartamento ridotto rappresentano. Quell’intuizione fu giustissima. Perché oggi dopo 30 anni dappertutto si vogliono rivitalizzare queste linee, dal Trentino all’Abbruzzo, dalla Francia alla Svizzera.
La sensibilità collettiva è cambiata, tanto che si cerca di riportare le persone su questi mezzi. Quindi non solo va mantenuto ma va potenziato, perchè oggi questi spazi turistici rispecchiano appieno le nuove politiche ambientali e di sostenibilità che attraversano tutti i Paesi europei.

Non è strano che un ente come l’Arst che si occupa di trasporto pubblico debba occuparsi di un servizio turistico come il “Trenino Verde”?
Noi abbiamo la competenza del trasporto ferroviario che è fondamentale ma è chiaro che sono necessari operatori turistici che si occupino del marketing. Noi siamo aperti e disponibili a discutere qualsiasi progetto, ben vengano le proposte. Naturalmente i costi relativi a questi progetti devono essere sostenuti da chi il progetto lo presenta. Noi mettiamo la nostra competenza e le nostre risorse finanziarie, gli operatori dovranno mettere le loro.

Si potrebbe mettere a bando tutta la linea?

Le racconto una cosa. Due anni fa le Ferrovie della Calabria, che è un’azienda come l’Arst, trattano infatti gomma e ferro e hanno anche un treno turistico come il Trenino Verde, hanno avuto l’idea di mettere in appalto tutto. Hanno emanato un bando europeo che diceva che per 20/30 anni avrebbero dato in gestione, a chiunque si fosse presentato, il servizio turistico del treno. Nessuno si è presentato, nessuno ha fatto un’offerta.

Come mai?

Perché il sistema ferrovia è un sistema complicatissimo di leggi, di norme che nessuno da solo può sostenere. Altra cosa sarebbe costituire una joint venture.

Una joint venture, quindi un accordo tra più soggetti?

Si un insieme di imprese, cooperative, associazioni, che si impegnano a collaborare, a costituire un consorzio per un progetto comune e sfruttare congiuntamente le loro sinergie, il loro know-how e naturalmente il loro capitale. Noi per valutare una proposta del genere siamo pronti a sederci anche domani. Anche l’assessore Deiana sa benissimo di questa nostra pronta disponibilità. Naturalmente il treno lo fa girare solo il ferroviere.

E per l’immediato cosa dobbiamo aspettarci?

Noi continuiamo ad investire in termini di risorse e di idee. Anche perchè è chiaro che questo tipo di trasporti a sfondo culturale sono entrati nella coscienza civica di ogni cittadino. Quindi la nostra volontà è quella di mantenere e migliorare il servizio. Per quest’anno, a breve, isituiamo un servizio online di prenotazione e assegnazione del posto come in aereo, così che i tanti turisti europei possano prenotare il viaggio da casa ed arrivare in stazione direttamente col biglietto stampato da loro stessi e godere di questa bellissima esperienza. Nonostante i numeri in questi anni siano calati noi crediamo che la ferrovia verrà salvata e migliorata col tempo. Sperando naturalmente che ci sia sempre più collaborazione anche da parte di tutti i cittadini.

Ornella Demuru

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