Latte, assessore Caria: “Prezzo non scenda sotto gli 85 centesimi”

È una chiamata alla responsabilità e alla chiarezza quella lanciata dall’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, verso trasformatori e commercializzatori, in merito alla gestione del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori dell’ovicaprino. Durante la visita alla Mostra degli ovini di razza sarda, organizzata a Macomer, l’assessore, in un incontro con alcuni pastori, è intervenuto nel dibattito pubblico che in questi giorni sta alimentando il confronto tra i diversi attori della filiera.

“I dati in nostro possesso – ha detto Caria – ci dicono che oggi in Sardegna non ci sono sovrapproduzioni di latte e che un giusto prezzo da riconoscere ai produttori primari deve almeno tenere conto della media raggiunta negli ultimi anni. Lo diciamo da mesi – ha proseguito – nei diversi incontri pubblici o nei tavoli di confronto dove, sostanzialmente tutti d’accordo, è stata riconosciuta questa possibile strategia. Sarebbe auspicabile che il prezzo non scenda sotto 0,85 centesimi di euro al litro. Un prezzo stabile, magari per almeno 3 o 5 anni, permetterebbe infatti alle nostre aziende di fare una programmazione seria ed efficace con prospettive di crescita decisamente più solide rispetto a quelle attuali. I saliscendi del valore di mercato del latte – ha aggiunto l’esponente della Giunta – è forse il nemico peggiore dei nostri pastori che ogni anno sono ostaggio di dinamiche commerciali spietate di cui non hanno colpe dirette”.

L’assessore ha chiesto di “fare rete fra imprese di produttori primari: significa quindi avere maggior forza contrattuale con chi ritira il latte piuttosto che con i venditori di mangimi o foraggi. Nei limiti dei poteri della Regione, che certo non può fissare per legge un prezzo del latte e tanto meno può forzare i pastori a mettersi assieme, faremo tutto il possibile per difendere il ruolo fondamentale dei produttori primari favorendone innanzitutto l’aggregazione. In un mercato sempre più difficile – ha concluso Caria – istituzioni e tessuto produttivo devono sempre di più impegnarsi nella costruzione di progetti di filiera che garantiscano la redistribuzione fra i diversi attori del comparto”.

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