Nessuna buona notizia per i lavoratori della Formazione (legge 47) che stamani sono stati ricevuti dall’assessore al Lavoro Mariano Contu per chiedere l’applicazione della legge 10. Come stabilito dall’art.4, infatti, i lavoratori potrebbero continuare a prestare l’attività lavorativa presso gli enti pubblici che li stanno utilizzando: si tratta di una soluzione caldeggiata dagli stessi enti con delle lettere inviate all’assessorato di Piazza Giovanni XIII. Nel pomeriggio i lavoratori si sono trasferiti di fronte ai cancelli di Villa Devoto, per chiedere la delibera di attuazione del testo di legge, senza però ottenere nessuna risposta.
Durante l’incontro tenuto in mattinata, l’assessore ha eretto un muro alle richieste dei lavoratori, nonostante abbia votato a favore della legge rimasta inapplicata. Contu, infatti, è dell’avviso che “questi lavoratori devono scordarsi il posto pubblico. Piuttosto, in tempi di crisi come quelli odierni, farebbero meglio a sfruttare il microcredito per aprire piccole cooperative”.
Lo riferiscono i lavoratori Maria Antonietta Pippia e Dimitri Langiu, entrambi presenti al tavolo. Insomma, , questo il motto, impudente, dell’Assessore, che si scorda del fatto che proprio in questi tempi di crisi centinaia di aziende sono state costrette a chiudere.
Ma c’è dell’altro: per l’Assessore, la legge 10 sarebbe di difficile interpretazione: “Ci vorranno dunque almeno venti giorni di tempo”. Esiste, inoltre, il rischio che la legge venga impugnata dal Governo e cassata. E, come se non bastasse, l’iter da percorrere per attuare la legge è pieno d’insidie: oltre alla delibera di giunta, per l’assessore al Lavoro “ci vuole un’altra legge che definisca la 10”. In pratica, un altro passaggio in Consiglio Regionale.
Lavoratori e assessorato non si sono trovati d’accordo nemmeno sui numeri: per i primi, che fanno riferimento all’articolo 4, il procedimento coinvolgerebbe circa 80 persone, ma per Mariano Contu sono migliaia i lavoratori coinvolti.
Piero Loi