In Sardegna numerose specie vegetali e animali rischiano l’estinzione. Insieme a interi ecosistemi. Lo sostiene l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra), che ha presentato a Roma il “Rapporto sulla direttiva Habitat”, uno studio particolareggiato sulla distribuzione, la conservazione e il trend delle specie e degli habitat di interesse comunitario in Italia. I dati sono allarmanti: la Sardegna è la regione italiana con il maggior numero di specie vegetali a rischio.
Ma non godono di migliore salute alcune specie animali come l’euprotto e il discoglosso sardo (nella foto), entrambe specie endemiche dell’isola. Suscita poi particolare apprensione lo stato degli ambienti costieri, in primis quello degli ecosistemi dunali. Non se la passano bene neanche rettili e mammiferi. Gli esperti dell’Ispra segnalano una situazione critica per le tartarughe palustri, mentre rimane alta la preoccupazione per il cervo e il muflone sardo.
Tra le piante, sono a rischio estinzione l’astragalo marittimo, che vive solo nell’isola di San Pietro, il cardo del Gennargentu e l’eufrasia, colpiti da fenomeni di degrado della qualità dell’habitat. A rischio anche la granata rupicola, pianta sottoposta a raccolta indiscriminata. Insomma, flora e fauna sarde sono sofferenti e il rischio che un paradiso di biodiversità scompaia è concreto.
“Le causa sono molteplici”, spiega l’Ispra. Si va dal mutamento delle condizioni idrauliche dei territori al cambiamento climatico, dall’urbanizzazione all’inquinamento industriale e alla pressione turistica sulle coste. “Il rischio è dunque quello di perdere quella ricchezza floristica e faunistica che fa della Sardegna “un’area unica nell’intero Mediterraneo”, sostengono i redattori del rapporto. Basti pensare che le specie vegetali endemiche sono ben 183.
Piero Loi
(immagine da www.asfodelotrekkingsardegna.it)