Dai lavoratori ai Papa boys, la visita del Papa ora per ora

Ore 20. E’ già tempo di bilanci sulla visita del Papa: secondo la Questura sono stati 400mila i fedeli che si sono alternati nelle diverse tappe per vedere e salutare il Papa. La serata si è chiusa con un sovraffollamento alla stazione ferroviaria: i pellegrini che hanno deciso di tornare a casa in treno, superavano di gran lunga il numero dei posti disponibili.

Ore 19,10. Arrivederci, Francesco: è decollato il Falcon che sta volando verso Ciampino, col Papa a bordo.

Ore 19,03. C’è anche una lettera tra i regali ricevuti dal Papa. A Francesco l’hanno scritta i familiari di Roberto Selloni, il maresciallo nuorese della Brigata Sassari morto l’altro giorno in un incidente stradale nella Repubblica Ceca, dove il militare era in missione Nato (la Ramstain Rover 2013). La missiva è stata consegnata al Pontefici in Prefettura da Manlio Scopigno, il comandante della Brigata Sassari, accompagnato dal cappellano militare padre Mariano Asunis.

Ore 18,59. Il Papa è salito sull’aereo che lo riporterà a casa. Finisce così la lunga giornata di Francesco in Sardegna, una visita cominciata alle 8,22, quando il Falcon ha toccato la pista dello scalo militare sardo. Il presidente Ugo Cappellacci ha consegnato al Pontefice una maglietta della Protezione civile, dopo i calzari dei pastori donategli questa mattina, nel sagrato della basilica di Bonaria. Il vescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, è stato l’ultima persona che il Papa ha salutato sotto il Falcon.

Ore 18,55. Il Papa è arrivato all’aeroporto militare di Elmas.

Ore 18,48. In attesa che Francesco raggiunga lo scalo militare, sono già schierati, vicino alla scaletta, il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e quello di Elmas, Walter Piscedda.

Ore 18,46. Francesco sta raggiungendo l’aeroporto militare di Elmas in piedi sulla papa-mobile, perché lungo la strada ci sono ancora tanti fedeli che salutano il Pontefice.

Ore 18,40. Nel largo Carlo Felice si canta ancora, la festa non si ferma: ma nell’aeroporto militare di Elmas è già pronto il Falcon che riporterà il Papa a casa. Erano le 8,22 quando, a bordo dello stesso velivolo, il Pontefice era atterrato.

Ore 18,25. I giocatori del Cagliari sul palco per salutare il Papa. La squadra rossoblù è al completo. Al Pontefice il capitano Conti ha regalato una maglia col numero 9 e la scritta Francesco.

Ore 18,10. Canti a tenore per Francesco: il Papa si congeda dai giovani e dalla folla, e la Sardegna saluta il Pontefice con le proprie tradizioni. In scena anche i balli sardi al ritmo dei cori in limba.

Ore 18.07. “Pregate per me e la Madonna vi accompagni”: il Papa si congeda così dalle migliaia di giovani (ma non solo) arrivati nel largo Carlo Felice, ultimo appuntamento del Pontefice a Cagliari.

Ore 18,05. Il Papa scherza coi giovani. “Ho parlato troppo a lungo?”.  I ragazzi ridono, e replicano in coro: “Noooo”. Poi sottolinea: “No alle lamentale, non al pessimismo, non scoraggiatevi, niente consolazioni di morte da comprare. Siate sempre giovani e donne di speranza. Non buttatevi giù. Giovani sardi, prendete il largo, gettate le vostre reti”.

Ore 18,01. La confessione del Papa ai giovani: “Dopo tanti anni da quando ho sentito la vocazione accanto al Signore, e questo 2013 sono sessant’anni, non mi sono pentito, perché mi sento forte”. Poi, un attimo di silenzio e una domanda ironica: “Ma voi pensate che io sia Tarzan? No, mi sento forte perché nei momenti più bui, nel peccato, nella fragilità, ho guardato Gesù e lui non mi ha lasciato da solo, fidatevi di lui che non vi delude mai”.

Ore 17,57. “Io non sono venuto qui a vendere illusioni: io sono venuto qui a dirvi che di una persona potete fidarvi, e quella persona è Gesù”, dice ancora il Papa ai giovani.

Ore 17,55. “Non state a sentire quei signori che vendono morte, ai mercanti di morte. Vero che capite di cosa sto parlando?”: è l’appello del Papa ai giovani contro il consumo di droghe (senza mai nominarle).

Ore 17,53. Il Papa ai ragazzi del Largo: “Un giovane senza speranza non è un giovane. Quando un giovane perde la speranza, non può trovare pace. Servono fiducia, speranza, gioia”.

Ore 17,46. “Buonasera, giovani di Sardegna. Questa piazza ha pensare alla Festa della Gioventù”: così l’esordio del Papa nel suo ultimo discorso di questa lunga visita cagliaritana.

Ore 17,45. Il Papa ha cominciato a parlare ai giovani nel largo Carlo Felice.

Ore 17,37. “Uno di noi, Francesco uno di noi“: così cantano i giovani nel Largo a un Papa sempre sorridente.

Ore 17,34. La festa nel largo Carlo Felice è cominciata: “Buonasera Papa Francesco. Anzi, ciao“, dicono al Pontefice i giovani della Sardegna.

Ore 17,24.Fran-ce-sco, Fran-ce-sco“: i giovani si sgolano in coro per l’arrivo del Papa nel largo Carlo Felice, lì dove il Pontefice ha parlato stamattina per la prima volta, incontrando lavoratori, cassaintegrati e sindacati. Ma nella zona sono in decine di migliaia, persone di ogni età. Alcune mamme piangono, quando il Papa si avvicina loro per un saluto.

Ore 17,12. La papa-mobile ha preso velocità in via Pergolesi, perché Francesco ha accumulato dodici minuti di ritardo sulla tabella di marcia. Nel largo Carlo Felice era atteso per il 18. Intanto lì, davanti al porto della città, continuano i canti e i balli.

Ore 17,04. Francesco, sempre sulla papa-mobile, sta raggiungendo il largo Carlo Felice. Sulla strada un curioso striscione nel balcone di una casa: “Papa Checco, sali per un caffè“.

Ore 16,58. I Papa boys cantano nel Largo il benvenuto al Pontefice, con il brano “Sei qui tra noi“.

Ore 16,51. Nel Largo Carlo Felice è già cominciata la festa dei giovani: canti e balli in attesa che arrivi Francesco. Sono migliaia i ragazzi arrivati da tutta la Sardegna per sentire il Papa.

Ore 16,44. “La musica della politica è diversa dalla nostra: allora confrontiamoci. Il coraggio sia il tempo musicale per andare avanti, soprattutto per i giovani”: è questo un altro passaggio del discorso che il Papa sta facendo nell’Aula magna della Facoltà di teologia.

Ore 16,41. Mentre il Papa continua il suo intervento nella Pontifica università teologica, nel largo Carlo Felice, dove Francesco incontrerà i giovani, sono arrivati i giocatori del Cagliari.

Ore 16,39. Poco prima di uscire dalla Cattedrale, il Papa si è fatto fotografare insieme a una ragazza straniera ospitata in un centro anti-violenza. Francesco e la donna hanno parlato in spagnolo, e lui ha detto a lei: “Stai tranquilla”.

Ore 16,37. La speranza del Papa: “La crisi, questa crisi, deve servire a recuperare l’umano in tutte le sue dimensioni, bisogna elaborare nuovi criteri etici e spirituali, è necessario costruire una diversa visione della persona. Tutto questo si può fare con la vicinanza, con la cultura dell’incontro. L’università è il luogo privilegiato nel quale si deve promuovere tale cultura del dialogo”.

Ore 16,27. “Riflettiamo sul cambiamento del mondo, sulla terribile potenza delle armi di cui tanto abbiamo parlato in questi giorni, sul dio denaro al centro del sistema economico: vero che ci può essere pessimismo davanti a questa crisi, ma se seguiamo solo la strada della disillusione, ciò porta a una paralisi dell’intelligenza. Tutto questo si traduce nel cinismo. Ecco perché l’università riveste un ruolo chiave nel trasmettere il sapere, l’università è un luogo del discernimento, serve a ridare speranza”. Così il Papa nell’Aula magna della Facoltà di Teologia.

Ore 16,20. Il Papa ha simbolicamente benedetto la cucina per i poveri che sarà realizzata dai comuni di Settimo San Pietro, Sinnai e Maracalagonis per distribuire pasti ai bisognosi, a basso costo. Il progetto è stato voluto dalla Caritas, le tre amministrazioni coinvolte, la Diocesi di Cagliari e la Protezione civile. I partners dell’iniziativa hanno consegnato una lettera al Pontefice, dove è stata raccontata la nuova avventura solidale: di lì la benedizione simbolica.

Ore 16,11. “Diciamo al Papa che per il suo nome non sono contenti solo i francescani, ma lo siamo anche noi gesuiti: nel parlare della libertà interiore riconosciamo l’influsso della spiritualità di Ignazio di Loyola”. Così Maurizio Teani, preside della Pontificia università teologica ha sdalutato il Papa al suo arrivo nell’Aula magna. All’incontro stanno partecipando studenti e docenti.

Ore 16,09. Dopo il suo durissimo discorso in Cattedrale contro chi strumentalizza i poveri, il Pontefice è entrato nell’Aula magna della Pontificia università teologica.

Ore 15,58. Nel Duomo, per salutare il Papa, c’era anche il presidente del Cagliari, Massimo Cellino. Il patron dei rossoblù si è fermato per salutare i detenuti di Buoncammino, conosciuti quando è stato in carcere a febbraio.

Ore 15,45. Francesco sta lasciando la cattedrale. Il cammino del Pontefici verso l’uscita è come sempre lentissimo, tra saluti e abbracci.

Ore 15,36. Il Papa chiude con un appello il suo discorso in Cattedrale: “Non fatevi rubare la speranza”.

Ore 15,32. “La carità non è assistenzialismo – sta spiegando il Papa -, ma scelta di vita, è un modo di vivere e di essere, è la via dell’umiltà e della solidarietà”. Quindi l’invito di Francesco: “Bisogna seguire Gesù che non è venuto al mondo per fare una sfilata, per farsi vedere. Dobbiamo sforzarci di collaborare, di comprenderci a vicenda e di perdonarci, riconoscendo a ciascuno i propri limiti e i propri sbagli”. A seguire ancora un richiamo: “Impegnarsi in questo campo della politica vuol dire fare una forma alta di carità”.

Ore 15,29. Il Papa ai poveri e ai detenuti: “Qui nessuno è meglio dell’altro, tutti abbiamo difficoltà, tutti abbiamo miserie, tutti noi abbiamo fragilità, nessuno qui è meglio dell’altro e tutti siamo uguali davanti a Dio”.

Ore 15,27. “La carità si fa umiltà, tenerezza e misericordia. A volte si trova anche l’arroganza del servizio ai poveri. Alcuni si fanno belli, si riempiono la bocca con i poveri; alcuni strumentalizzano i poveri per interessi personali o del proprio gruppo. Lo so, questo è umano, ma non va bene. E dico di più, questo è peccato, sarebbe meglio che rimanessero a casa”.

Ore 15,22. Il saluto del Papa dalla Cattedrale: “Grazie a voi per essere qui. Io qui mi sento a casa”.

Ore 15,14. Il Papa è entrato nell’affollatissima cattedrale di Cagliari: per Francesco è un continuo stringere mani. Emozione tra i fedeli.

Ore 15,12. In Cattedrale è arrivata anche il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.

Ore 15,09. Francesco ha raggiunto la Cattedrale di Cagliari, nel quartiere del Castello: striscioni alle finestre, migliaia di persone nel sagrato. Così sulle note dell’inno della Brigata Sassari, suonato proprio dalla banda “sassarina”.

Ore 15,03. Il Papa ha raggiunto la Chiesa dei Cappuccini in viale Fra’ Ignazio, una tappa simbolica: per Francesco ha voluto dire un altro bagno di folla. E subito un dipinto ricevuto come regalo.

Ore 14,55. Il Papa ha lasciato il seminario di via Cogoni e si sta dirigendo verso la Cattedrale, dove incontrerà i poveri della città, i rappresentanti della Caritas e i detenuti.

Ore 14,40. Duecentomila pellegrini in strada: è questa la prima stima sulle presenze dei fedeli che si sono mossi per seguire il Papa. Oltre centomila si sono radunati tra la basilica di Bonaria e i dintorni, fino ai moli di viale Colombo. Ma altrettanti pellegrini hanno invaso via Roma e il largo Carlo Felice, dove Francesco ha aperto il suo viaggio sardo incontrando lavoratori e cassaintegrati.

Ore 14,35. C’è un primo bollettino dei soccorsi, sui pellegrini che hanno avuto bisogno dell’assistenza medica: sono 130 gli interventi fatti stamattina dai volontari del 118 e dal Quinto nucleo sanitario del Corpo militare della Croce Rossa. Tra le persone soccorse anche alcuni bambini, caduti sull’asfalto per via della calca.

Ore 14,16. La frase di Papa Francesco sta facendo il giro di Facebook e con quelle sue parole il Tg3 nazionale ha aperto l’edizione delle 14,150. «Difendiamoci dai tanti parolai che promettono illusioni», ha tuonato il Pontefice. Sui social è già corsa al commento. Perché la Rete non ha dubbi: il Papa si riferiva ai politici, sebbene il contesto fosse religioso, visto che Francesco ammoniva i fedeli a non farsi «rubare lo sguardo di Maria». Quindi il secondo passaggio: «Difendiamoci – ha continuato Francesco – da coloro che hanno uno sguardo avido di vita facile, di promesse che non si possono compiere».

Ore 14. E’ un pasto leggero, quello che in seminario sta consumando il Papa: sul suo tavolo giusto un piatto di culurgionis ogliastrini di Lanusei (ravioli sardi fatti con le patate e il formaggio salato) e un bicchiere di Canonau.

Ore 12,53. Il Papa è arrivato in Seminario, passando da via Dante, Piazza Giovanni, via Dei Giudicati, via Liguria, via Campania e via Cadello, sempre con due ali di folla festante che hanno fatto da cornice lungo tutto il tragitto. Il Pontefice si fermerà in seminario per due ore: alle 15 deve essere in Cattedrale per l’incontro con la Caritas e i poveri di Cagliari.

Ore 12,42. Scene da pic-nic davanti al piazzale dei Centomila e fino al molo di Su Siccu, dove sino a mezzogiorno si sono assiepati gli oltre centomila pellegrini che hanno seguito la messa del Papa.

Ore 12,37. Per il Papa comincia la pausa pranzo, nel Seminario Arcivescovile, in via Monsignor Cogoni, sede della Diocesi cagliaritana. Due ali di folla stanno segnando il percorso del Pontefice.

Ore 12,35. Il Pontefice sta lasciando la basilica di Bonaria: sono gli ultimi saluti prima di salire sulla papa-mobile.

Ore 12,33. Il Papa sta lasciando la basilica di Bonaria, e continua a stringere mani lungo la navata della chiesa. Tra i fuori programma anche una foto che due ragazzini di Settimo si sono voluti scattare insieme al Pontefice, usando l’immancabile i-Phone.

Ore 12,30. Il Papa da solo in preghiera davanti al simulacro della Madonna di Bonaria.

Ore 12,20. “C’erano oltre centomila pellegrini”: secondo gli organizzatori tanti sardi (e non solo) si sono affollati tra viale Bonaria e viale Colombo per seguire la messa del Papa.

Ore 12,13. Papa Francesco è rientrato nella basilica per salutare i malati. E stringe mani, accarezza facce, anche ai volontari che vigilano su barelle e carrozzine.

Ore 12,05. A Bonaria è finita la messa, con la recita dell’Angelus. Il Papa ha saluto la folla con la sua solita semplicità: “Vi auguro buona domenica e buon pranzo”.

Ore 12. Papa Francesco sta recitando l’Angelus dal sagrato di Bonaria.

Ore 11,46. Ecco la frase precisa che Papa Francesco ha detto in sardo durante l’omelia.”Bonaria bos acumpanzet sempre in sa vida“, ha detto tra gli applausi.

Ore 11,40. Sono centomila le ostie fatte preparare per essere distribuite a Bonaria.

Ore 11,30. C’è un cambio di programma per il Papa che si fermerà a pregare davanti al simulacro di Nostra Signora di Bonaria solo dopo la messa. Inizialmente la tappa era prima prima della celebrazione. Ma i saluti al suo arrivo nella Basilica, hanno fatto accumulare al Pontefice tredici minuti di ritardo.

Ore 11,17. Il Papa ha continuato l’omelia con un appello: “E’ necessaria la collaborazione leale da parte di tutti, con l’impegno responsabile delle istituzioni, compresa la Chiesa, per assicurare alle persone e alle famiglie i diritti fondamentali, e far crescere una società più fraterna e solidale”.

Ore 11,12. Il Papa: “Nessuno ci rubi lo sguardo di Maria, che è compassione e cura. Il nostro cuore di figli sappia difenderlo da tanti parolai che promettono illusioni; da coloro che hanno uno sguardo avido di vita facile, di promesse che non si possono compiere”.

Ore 11,05. Il Papa davanti agli 80mila di Bonaria: “Tutti hanno il diritto di portare a casa il pane guadagnato col lavoro”.

Ore 11,04. L’omelia del Papa: “La vostra Regione vive condizioni di povertà, accentuate anche dalla condizione di insularità”.

Ore 11,03. Dopo i canti, il Magnificat e l‘Hallelujah, prosegue l’omelia del Papa. “Oggi si realizzare quel desiderio di venire tra voi”.

Ore 10,56. Poco prima che cominciasse la messa, una donna cardiopatica di 62 anni si è accasciata al suolo. La donna, subito soccorsa, ha però rifiutato il ricovero in ospedale. “Ormai sono qui – ha detto -. E sto meglio e voglio seguire la messa del Papa”.

Ore 10,43. A Bonaria è cominciata la messa officiata dal Papa. Il via con tredici minuti di ritardo sulla tabella di marcia.

Ore 10,39.  Il Papa sta raggiungendo l’altare sistemato nel sagrato di Bonaria.

Ore 10,36. Sulle note del “Deus ti salvet Maria” a Bonaria è tutto pronto per la messa.

Ore 10,28. Si sono registrati momenti di tensione a Bonaria: un numero consistente di fedeli ha provato a forzare i varchi di accesso al sagrato. Tutto è durato pochi minuti. I pellegrini presenti sono 80mila.

Ore 10,18. Il Papa è entrato in Basilica e sta salutando i malati in barella che sono dentro la chiesa. Il Pontefice sta stringendo le mani a ciascuno di loro, e li accarezza. Quindici sono quelli affetti da Sla, ma tutti sono in barella.

Ore 10,13. Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e l sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, salutano il Papa, entrambi con una certezza: “Ci rimettiamo alla Madonna di Bonaria che ci aiuterà a superare questa tempesta”. Poi un passaggio in limba per tutt’è due. Cappellacci ha detto: “Santità, Deu si du paghiri“. Zedda, poi, ha chiuso alla “cagliaritana”: “Come usiamo da queste parti, le diciamo A si biri cun saludi“. Il governatore ha donato al Pontefici i calzari dei pastori.

Ore 9,54. Il Papa è arrivato a Bonaria. La folla appare molto più grande di quella che accolse il suo precedessero Benedetto XVI.

Ore 9,46. Papa Francesco è quasi arrivato nel piazzale di Bonaria. Gremito all’inverosimile. La folla lo occupa per intero. La papa-mobile fatica, nell’ultimo tratto a farsi strada.

Ore 9,41. Concluso l’incontro con i lavoratori, Francesco – a bordo della “papa-mobile” – attraversa la via Roma diretto verso la basilica di Bonaria dove celebrerà la messa. Decina di migliaia di persone lo salutano dai due lati della strada.

Ore 9,33.Dove non c’è lavoro, manca la dignità”, ha detto il papa tra gli applausi, sottolineando che questo non è un problema solo della Sardegna o dell’Italia. Ma la conseguenza di una “scelta mondiale”. E’ un sistema economico che porta a questa tragedia: “Un sistema che ha al centro un idolo che si chiama denaro”.

Un sistema “economico-idolatrico” che instaura la “cultura dello scarto”. “Si scartano – ha detto il Papa – i nonni e i giovani. Ma noi dobbiamo dire no a questo sistema. Dobbiamo dire no a questo sistema economico globalizzato che ci fa tanto male. Al centro ci deve essere l’uomo e la donna, come dio vuole. Non il denaro”.

Papa Francesco ha parlato a braccio. Ha comunicato alla folla di aver rinunciato a leggere il discorso (lo consegnerà al vescovo). “Ho voluto dirvi le parole che mi vengono dal cuore”. Non da “impiegato della chiesa” che esorta al “coraggio”, ha sottolineato.

“Aiutiamoci con la solidarietà – ha concluso – ma la speranza ci porta avanti. Non è di uno solo, è di tutti. Dobbiamo sostenerla tutti. E’ nostra e vostra. Per questo vi dico: non lasciatevi rubare la speranza. Ma siamo furbi perché il signore ci dice che gli isoli sono più furbi di noi. Ci invita ad avere la furbizia del serpente con la bontà della colomba. Abbiamo questa furbizia e chiamiamo le cose col loro nome. In questo sistema oggi al centro c’è un idolo e questo non si può fare. Lottiamo perchè al centro ci sia l’uomo, la donna, la famiglia. Perché la speranza possa andare avanti. Non lasciamoci rubare la speranza”.

Alla fine l’invito alla folla a pregare in silenzio mentre ascolta le sue parole, la sua preghiera. Questa: “Signore Dio guardaci, guarda questa città, questa isola, guarda le nostre famiglie. Signore, a te non è mancato il lavoro. Hai fatto il falegname, eri felice. Signore, ci manca il lavoro. Gli idoli vogliono rubarci la dignità. I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza. Signore, non lasciarci soli. Aiutaci ad aiutarci tra noi. Che dimentichiamo un po’ l’egoismo e sentiamo nel cuore il NOI. Noi, popolo che vuole andare avanti. Signore Gesù, non ti mancò il lavoro: dacci il lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro. E benedici tutti noi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Grazie tante. E pregate per me”.

Nel discorso che poi non ha letto (ma che è stato consegnato ai giornalisti) il Papa toccava gli stessi temi, ma con un tono più ufficiale, meno accorato: la condizione insulare che grava ancora di più  sulla crisi, la Sardegna come terra ricca di risorse umane e ambientali a cui occorre infondere uno slancio nuovo e creativo, e la dignità, perché “quando c’è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza rispetto del riposo, della festa e della famiglia. Il creato non è merce da sfruttare ma dono da custodire”.

Tra i temi anche quello dell’impegno ecologico come occasione di nuova occupazione. E tutto ciò che è a esso collegato: l’energia, la prevenzione e l’abbattimento delle diverse forme di inquinamento, la vigilanza sugli incendi del patrimonio boschivo: “Custodire il creato, custodire l’uomo con un lavoro dignitoso sia impegno di tutti”.

Ore 9,10. Parla il rappresentante dei “lavoratori delle campagne”.  Ricorda che quello sardo era un popolo di pastori e agricoltori. Mentre oggi i lavoratori delle campagne sperimentano “indifferenza ed emarginazione sociale”. I problemi sono le malattie delle greggi, gli incendi, le intemperie. Ma, dice, siamo consapevoli della nostra missione: “Consegnare la terra alle future generazioni”. Il Papa si alza e si avvicina al microfono. Sta per cominciare il suo intervento.

Ore 9,05. Interviene la portavoce della cooperativa sociale Primavera 83. Che racconta la storia dell’azienda che occupa 105 persone.  La richiesta è di benedire tutte le realtà imprenditoriali sarde, “dalle grandi industrie alle piccole società”.  Il timore è che nessuna impresa possa considerarsi sicura del proprio futuro.  Il Papa ancora una volta si alza per abbracciare l’imprenditrice. La fola grida ‘lavoro lavoro’..

9,00. “La paura affievolisce la nostra fede”. Lo ha detto intervenendo dal palco il rappresentante dei lavoratori di Sardinia Green Island. “Le chiedo di farsi portavoce del nostro grido di dolore sull’esempio di Mosè che portò innanzi a Dio le sofferenza del popolo di Israele”. La richiesta è di un intervento sul presidente della Regione e sulle autorità perché risolvano le vertenze aperte. “Non lasciarci soli”. Alla fine dell’intervento il Papa si è alzato ed è andato ad abbracciare il lavoratore.

Ore 8,55. Papa Francesco ha raggiunto il Largo Carlo Felice dove tra poco parlerà ai lavoratori sardi. Nella folla, numerosi gruppi in costume tradizionale.

TAMPONAMENTO A MONASTIR. Difficoltà fin dalle prime ore del mattino per l’ingresso a Cagliari. Un tamponamento a catena si è verificato all’altezza di Monastir. Coinvolto anche un pullman di pellegrini. Alcuni contusi.

Ore 8,40. Francesco è salito a bordo della “Papa-mobile” all’ingresso di Cagliari e adesso, tra due ali di folla, è diretto verso il Largo Carlo Felice

Ore 8,21. Papa Francesco è sceso dal Falcon. Ad accoglierlo, sulla pista, le autorit religiose e civili. Il primo saluto all’arcivescovo di Cagliari  Miglio. Poi la carezza sul capo di un bambino. La piccola folla grida “Francesco, Francesco”. Il Papa è salito su un’utilitaria ed è diretto verso Cagliari.

Ore 8,16. L’aereo con Papa Francesco è atterrato nell’aeroporto militare di Elmas. Ad accogliere il pontefice, il ministro Cancellieri, l’arcivesco di Cagliari Miglio, il governatore Cappellacci e il sindaco di Cagliari Zedda. Oltre a una folla di circa 500 persone.

Ore 7,30. Il Falcon 900 con a bordo Papa Francesco e i suoi più stretti collaboratori – tra i quali monsignor Angelo Becciu – è decollato dall’aeroporto di Ciampino. L’atterraggio nell’aeroporto di Elmas è previsto per le 8,30. Dalle prime ore della mattina il capoluogo ha cominciato a essere “invaso” dai pellegrini giunti da ogni parte della Sardegna. Si stima che arriveranno a Cagliari 500 pullman e 50mila auto private.

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