La Sardegna dei mafiosi. In arrivo 200 boss, ma le carceri non sono finite

E alla fine a pensar male ci si azzecca sempre. Mentre le tre colonie penali sono vuote continuano i programmi di trasferimento per le nuove super carceri isolane del sud, a Uta – pochi chilometri da Cagliari, e del Nord, Sassari-Bancali. Non trasferimenti qualsiasi: ma di capi mafia, in regime di 41bis. In arrivo oltre 200, così scrive oggi L’Unione sarda in edicola. “Sono i più sicuri” – questo l’elogio pubblico di Santi Consolo,  capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria davanti alla Commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi. Istituti perfetti allo scopo perché garantiscono un totale isolamento.

Il programma è solo appena slittato a causa di alcuni lavori non completati. E così proprio il capo del Dap arriva il sollecito per una soluzione agli intoppi. “Sono costati moltissimi soldi pubblici e che possono ospitare in totale quasi 200 detenuti in regime di 41 bis con strutture che garantiscono il totale isolamento. Quello di Sassari non può essere aperto perché non è stato attivato il sistema di multiconferenze – ha detto Consolo – ed ho fatto solleciti per l’attivazione. Quello di Cagliari è di pronta ultimazione, vanno accelerati i lavori”.

La valvola di sfogo. I due nuovi istituti, appena realizzati, sembra siano stati creati proprio per creare una valvola di sfogo all’alta concentrazione di detenuti in regime di 41 bis. Creando di fatto un’altra concentrazione isolana. Basti guardare i numeri: il carcere duro in tutta Italia è previsto per circa 720 detenuti, finora ospitati in 12 carceri. Tra poco 200 saranno solo in Sardegna. Il capo del Dap è chiarissimo: “Se si decongestionano questi siti portando quasi 200 detenuti in Sardegna, riusciamo a risolvere molti problemi e recuperare spazi per la detenzione comune”.

A spingere in questa direzione anche lo stato, pessimo, degli istituti di pena nazionali. In molti casi i detenuti vivono in 3 metri quadri e spesso anche chi è sottoposto al 41bis potrebbe avere la possibilità di comunicare all’estero, come nel carcere di Parma. Dove si trova anche Massimo Carminati, il nero capo di Mafia capitale, e Totò Riina. Non si esclude che anche personaggio di questo spicco possano arrivare in Sardegna.

Il coro di no dall’Isola. Continua a sollevarsi in sordina il coro di “no” contrario al trasferimento in massa. Tra i più critici c’è nanan Maria Busia, consigliere regionale di Centro Democratico: “Potrebbero esserci degli effetti devastanti”. E parla di un piano portato avanti in segreto dai governi e ministero della Giustizia.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Le carceri sarde di Uta e Sassari sono moderne e super sicure e per questo, in conformità alla “disposizioni di sicurezza pubblica, è stato deciso lì il trasferimento di detenuti al 41 bis: trasferimento che avverrà non appena le strutture saranno pronte. E’ quanto afferma il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, “per esigenze di chiarezza e di verità storica dei fatti”, a proposito del trasferimento in Sardegna di detenuti in regime di massima sicurezza. “I provvedimenti di trasferimento di detenuti ex art. 41 bis nelle sezioni delle carceri di Sassari e Uta – si legge in una nota del Dap – saranno adottati ai sensi delle ‘disposizioni in materia di sicurezza pubblica’, varate con la legge 15 luglio 2009, n. 94 che… dispone: ‘I detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto e custoditi da reparti specializzati della polizia penitenziaria’. Le due moderne strutture di Uta e di Sassari sono state realizzate in conformità alla legge 15 luglio 2009, n. 94 e assicurano i più elevati standard di sicurezza e di gestione”. “Il trasferimento avverrà – prosegue il Dap – non appena saranno ultimati i lavori della sezione 41 bis del carcere di Uta e l’attivazione del sistema di multivideoconferenza nel carcere di Sassari. Le due sezioni hanno una ricettività di 92 posti ciascuna”. Il Dipartimento precisa inoltre che “la titolarità esclusiva dei procedimenti relativi alla realizzazione dei due nuovi complessi penitenziari di Cagliari e di Sassari appartiene al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti-Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna. I costi complessivi, al netto del ribasso, sono pari a 18 milioni 600.000 euro per Uta e 16 milioni 350.000 per Sassari. I lavori per la realizzazione dei due reparti sono stati richiesti dal Dap nel mese di novembre 2009, in attuazione delle ‘disposizioni in materia di sicurezza pubblica'”. I detenuti attualmente sottoposti al regime di 41 bis sono 722, distribuiti in 12 istituti penitenziari su tutto il territorio nazionale.

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