La crisi come un killer. Dopo Macomer, Orotelli. Si uccide un altro imprenditore

A distanza di 24 ore dal suicidio del cinquantaquattrenne Carlo Cossu a Macomer, un altro imprenditore si è tolto la vita. La nuova tragedia è avvenuta a Orotelli. La vittima è Gonario Piroddi,  47 anni, sposato e padre di tre figli, titolare di un’impresa edile.

Un colpo di pistola alla tempia per farla finita con le difficoltà della vita: la crisi che imperversa, il lavoro che cala, i dipendenti da pagare, la casa e la famiglia da proteggere. Gonario Piroddi non ce l’ha più fatta a reggere una responsabilità tanto grande in un momento così difficile.

Tutti a Orotelli lo descrivono come  un lavoratore instancabile fin da ragazzino.  Un uomo del fare come solo un appassionato dell’edilizia può essere.  Ma il lavoro , per l’impresa di Piroddi, era diminuito già da  un pezzo e continuava a calare sempre più. E nella testa di un padre che non ha mai fatto mancare niente alla sua famiglia, di un imprenditore che ha sempre pagato i suoi dipendenti (tre o quattro a seconda dell’opera da realizzare), di un uomo che si era fatto una casa a prezzo i grandi sacrifici,   si agitava lo spettro della pura di perdere tutto.

Così ieri pomeriggio Gonario Piroddi si è congedato dai suoi familiari dicendo di voler andare in campagna in cerca di asparagi.  Non vedendolo rientrare a casa, intorno alle nove di sera la moglie ha dato l’allarme. In una settantina di persone tra parenti e amici sono usciti per battere la campagna vicina al paese. Era già buio e le ricerche non sono state facili.

Il corpo di Gonario Piroddi è stato ritrovato solo alle 8 di stamattina in una stradina non lontana dal paese. Ma sia i familiari sia gli amici, che ben conoscevano le sue preoccupazioni, avevano presagito la tragedia. La stessa che ieri ha colpito a Macomer la famiglia di Carlo Cossu. 

E’ drammatica la situazione economica nella Sardegna centrale, decine di paesi che per decenni hanno conosciuto il benessere delle fabbriche di Ottana, Macomer e Tossilo. Stipendi sicuri che hanno consentito a  dipendenti e lavoratori dell’indotto di mettere su famiglia, costruire una casa, condurre una vita di sacrifici con la garanzia di un futuro. Poi la crisi economica, la perdita della serenità e a volte della dignità.

Racconta  Francesco Pes, amico e collega di Gonario Piroddi, titolare di un capannone per la produzione di infissi in alluminio nella zona industriale di Orotelli:  “Gonario era uno sgobbone. Era il figlio di una di quelle famiglie di Orotelli che hanno sempre lavorato senza mai risparmiarsi. Ha sempre avuto con sé tre o quattro dipendenti che ora aveva ridotto a due. Con la chiusura delle fabbriche il lavoro è calato per tutti e man mano che calava il lavoro in questa zona, Gonario si è spostato nella costa: Budoni, San Teodoro. Olbia. Ultimamente stava realizzando a Nuoro i lavori di carpenteria per un palazzo con sette appartamenti. Ma le cose per la sua impresa non stavano andando come bene, così come per molti di noi. Anch’io stanotte sono andato a cercarlo e quando stamattina lo abbiamo trovato purtroppo non è stata una sorpresa: avevamo intuito  cosa era successo. Di sicuro Gonario era una persona dignitosa che non ha mai messo in piazza i suoi problemi, ma le difficoltà che stava attraversando erano tante”.

La madre e il padre di Gonario, entrambi viventi,  hanno cresciuto una famiglia di cinque figli, che appena sono diventati adulti si son subito dati da fare: Gonario ha lavorato sin da piccolo  nell’edilizia, un fratello fa la guardia carcere, delle tre sorelle, una è infermiera a Macomer, un’altra impiegata a Nuoro, l’ultima è una cassaintegrata della Legler. Ma l’amore di una famiglia unita non è bastato a impedire la tragedia.

”Stiamo passando un periodo difficilissimo – continua Francesco Pes –  il lavoro è calato enormemente e le imprese per cui eseguiamo i lavori non pagano. Io nella mia impresa aveva cinque dipendenti. Ora ho ridotto a due più uno, se il lavoro aumenta. Così le imprese si espongono ai debiti e Equitalia si impossessa dei beni costruiti con una vita di sacrifici. Siamo fuori dalla grazia di Dio”.

Maria Giovanna Fossati

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