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Intimidazione a commissaria Asl Lanusei: “Avanti con più forza di prima”

“Quello che avevo da dire l’ho detto agli inquirenti, ci sono le indagini in corso e non posso aggiungere altro. Non mi faccio intimorire, ho un mandato fino al 31 dicembre e intendo portarlo a termine, ora con maggiore determinazione di prima”. Così all’ANSA Grazia Cattina, commissaria straordinaria della Asl di Lanusei, all’uscita del commissariato dove è stata ascoltata dagli uomini della Digos. La donna è stata vittima, nel tardo pomeriggio di sabato 12 novembre, di un attentato intimidatorio nella sua casa di via delle Sorgenti, a Ilbono, quando suo marito, Bruno Contu, primario di Nefrologia all’ospedale di Lanusei, si è accorto della presenza di un ordigno davanti al cancello della loro abitazione, che fortunatamente non è esploso. In quel momento la dottoressa Cattina non era in casa.

“Ringrazio tutti, a cominciare dal presidente della Regione Pigliaru, l’assessore Arru e il presidente del Consiglio Ganau, per le attestazioni di solidarietà che mi hanno confortato in un momento così difficile per me e la mia famiglia. Mi ha particolarmente commosso l’affetto delle associazioni dei malati. E anche queste cose mi fanno andare avanti con forza, rispettando sempre il lavoro di squadra che abbiamo messo in campo fin dall’inizio del mio mandato nell’agosto scorso”. Oggi i carabinieri della Compagnia di Lanusei, che indagano sull’attentato, hanno trasmesso gli atti di quanto raccolto finora alla Procura, in particolare il racconto dei due coniugi. Nel mirino dei bombaroli c’è il ruolo pubblico della commissaria. Le indagini si annunciano difficili: nessun testimone oltre al marito e nessuna telecamera in zona. L’ordigno, confezionato con un chilo e mezzo di esplosivo infilato in un tubo di 30 centimetri, avrebbe potuto uccidere. C’è da capire il motivo della mancata deflagrazione: la miccia è stata trovata spenta, può essere stato un difetto di fabbricazione oppure un gesto volontario degli attentatori per lanciare solo un avvertimento. Se ne saprà di più dopo il lavoro degli artificieri del comando provinciale di Nuoro che hanno sequestrato la bomba. Non è escluso il trasferimento dell’ordigno al Ris di Cagliari per un esame più approfondito.

 

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