Impero Scanu: sanità, bibite e mattoni. Ecco tutti gli interessi della famiglia

Svelano un sistema complicato, le visure camerali che fanno capo al gruppo Scanu, un impero gestito dai fratelli Alberto e Laura, finiti rispettivamente in cella e ai domiciliari otto giorni fa, insieme Giovanni Pinna e Valdemiro Giuseppe Peviani, i due principali collaboratori. Giampaolo Casula, il gip di Cagliari ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, ha definito Alberto Scanu “il dominus” della presunta bancarotta fraudolenta di cui gli arrestati sono accusati insieme ad altri sette indagati (Paolo Zapparoli, Pier Domenico Gallo, Paolo Moro, Caterina Della Mora, Domenico Falchi, Enrico Gaia e Francesco Zurru). Di certo la sanità non è l’unico settore in cui i due fratelli hanno fatto il business (e 60 milioni di passivo, stando alle accuse): gli investimenti spaziano dalle cliniche private alle bibite.

La ricostruzione degli interessi si ricava dalle società in cui Alberto Scanu ha ricoperto incarichi sino alla mattina dell’arresto, quando ha comunicato le dimissioni per il tramite del suo legale. L’imprenditore cagliaritano ha occupato insieme ventidue diverse caselle, tra amministratore delegato, amministratore unico, presidente di Cda, consigliere, liquidatore, insistore e procuratore speciale. Il Gip l’ha definito un sistema di scatole cinesi che si può intuire dagli indirizzi in cui hanno sede gli uffici delle società riferibili a Scanu. Le strade e i numeri civici tornano di continuo,, soprattutto via Scano 40, via Roma 149 e via Millelire 1.

Scorrendo l’elenco delle attività riferibili a ciascuna società, la Fornaci Scanu spa è impresa destinata alla “fabbricazione di mattoni, tegole e altri prodotti per l’edilizia in terracotta”, si legge nella visura camerale. La Sudcostruzioni srl si occupa di realizzare “edifici residenziali e non residenziali”. La Imed srl fabbrica “strutture metalliche”. La ‘Compagnia generale finanziaria immobiliare‘ srl è destinata alla “compravendita di beni immobili”. La ‘Società farmaceutica mediterranea’ srl “commercializza all’ingrosso articoli medicali e ortopedici”. La Imor srl si occupa di “compravendita di beni immobili”. La San Pantaleo srl (in liquidazione) è registrata per “industria delle bibite analcoliche, delle acque minerali e di altre acque in bottiglia”.

La Scancenter srl, ugualmente in fallimento, è così classificata: “Servizi di fotocopiatura, preparazione di documenti e altre attività di supporto specializzate per le funzioni d’ufficio”. L‘Immobiliare Merello srl (anche questa in liquidazione) è destinata alla “compravendita di beni immobili”. La ‘Sardinia green island‘ è nata per “produrre energia elettrica”. La Billiegymn Italia srl “produce software”. C’è poi la ‘Sardegna finanziaria di partecipazioni‘ srl, la cui attività è “altri lavori di completamento e di finitura degli edifici”.

Ieri il gip Casula ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata da Rodolfo Meloni, l’avvocato di Alberto Scanu. La misura cautelare è al momento invariata anche per la sorella Laura e i due collaborato. Il giudice per le indagini preliminari ha lamentato “l’eccessiva tolleranza da parte delle banche“, visto che i due fratelli hanno dolosamente messo in atto, sempre stando alle accuse, “atti offensivi degli interessi patrimoniali” vantati “dai creditori delle società impoverite” e che in questo modo non potevano più riscuotere le somme loro dovute.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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