I sardi promuovono lo ‘smart working’: risparmio e più chance di assunzioni

I sardi amano lo smart working e ci vedono una possibilità per uscire dai confini imposti dell’Isola. È ciò che emerge dall’indagine ‘Oltre lo smart working: la nuova geografia del mercato del lavoro’ svolta da Open Campus, società spin off di Tiscali che aiuta le imprese ad attivare percorsi di innovazione e trasformazione digitale.

Rivolta ai lavoratori residenti in Sardegna, sia dipendenti pubblici che privati, che hanno sperimentato qualche forma di smart working durante quest’anno di crisi sanitaria mondiale, la ricerca ha rilevato che questa è stata la prima esperienza per il 32 per cento degli intervistati e che circa il 70 per cento vorrebbe proseguirla una volta rientrata l’emergenza.

Gli entusiasti sono principalmente lavoratori con un alto livello di istruzione (l’80% ha una laurea) che lavorano specialmente in settori innovativi (digitale, ICT, comunicazione e media). Tra i vantaggi si registra anche una riduzione dei tempi di spostamento e dei relativi costi, mentre il 30 per cento manifesta il bisogno di migliori software gestionali per il coordinamento del lavoro a distanza.

Un altro dato significativo riguarda la scelta della sede di lavoro: il dato fa riflettere sulle opportunità del south working, un fenomeno che riguarda attualmente circa 45mila lavoratori italiani e che potrebbe potenzialmente crescere sempre di più. Il 31 per cento degli intervistati, infatti, sfrutterebbe l’opportunità dello smart working per proporre la propria candidatura a un’azienda (italiana o estera) la cui sede è lontana dal luogo dove attualmente vive.

Il risvolto della medaglia è emerso nell’ambito della formazione scolastica: gli insegnanti che hanno lavorato con la DAD – didattica a distanza – sono i lavoratori che soffrono maggiormente per la mancanza di relazioni umane. L’indagine fotografa un mercato del lavoro in completa trasformazione, sempre più competitivo dove le persone che avranno più possibilità di trovare impiego, anche in contesti più stimolanti internazionali, saranno le più qualificate. Le competenze più richieste secondo gli intervistati saranno la gestione del tempo e delle proprietà, l’autonomia, la motivazione e la capacità di mantenere un focus sugli obiettivi.

Dalla ricerca, spiegano da Open Campus, nasce l’hackathon online ‘Accesso Remoto. Lavorare, formarsi e connettersi oltre la presenza fisica’ in programma dal 10 al 13 marzo e finalizzato a innovare e migliorare l’esperienza di lavoro e di studio delle persone connesse da remoto. Un evento inserito nell’ambito degli Innois Hack, il format ideato da Innois – Innovazione e Idee per la Sardegna, la piattaforma dell’innovazione della Fondazione di Sardegna.

Accesso Remoto è una maratona di quattro giorni che inizia con il lancio delle idee mercoledì 10 marzo e si conclude il 13 marzo con la presentazione dei progetti, da parte dei team in gara, e la loro premiazione. Focus dell’hackathon è il remote working e il distance learning.

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