L’ex sindaco di Guamaggiore (Ca), Antonino Pusceddu, 76 anni, è stato ucciso ieri per un terreno conteso. L’assassino ha confessato nella tarda serata: si tratta di Salvatore Caria, 71 anni, di Guamaggiore, un vicino di podere sul quale da subito si sono concentrati i sospetti degli investigatori.
Oggi sono emerse le ragioni del gesto: Caria era ossessionato da quello che lui definiva “un semplice ragioniere”, non accettava di aver perso quel terreno, quei 500 metri quadri di terra con quattro filari di vite e quando ieri ha visto l’ex sindaco lavorare ha perso il controllo: è tornato a casa, ha preso il suo fucile e ha ucciso il “rivale”. Questo quanto hanno ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Sanluri e del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Cagliari, che hanno spinto Caria, 71 anni di Guamaggiore ad uccidere. Caria è stato fermato ieri notte dai carabinieri con l’accusa di omicidio e adesso si trova nel carcere di Buoncammino. Il fucile usato per il delitto è stato recuperato.
Il presunto killer era stato bloccato ieri mentre tornava a casa, dopo essersi allontanato dal paese. Ha reso spontanee dichiarazioni, raccontando quanto accaduto. Poi davanti al pm si è avvalso della facoltà di non rispondere. Davanti ai carabinieri, però, il fermato non ha nascosto l’astio e il rancore nei confronti della vittima, considerata “un semplice ragioniere”.
La ricostruzione. Grazie alle sue dichiarazioni e al lavoro investigativo, i carabinieri sono riusciti a ricostruire quanto accaduto a Guamaggiore. L’ex sindaco esce di casa intorno alle 9 per raggiungere il terreno in località Su Paradisu vicino alla strada per Selegas. All’ora di pranzo, quando i familiari non lo vedo o rientrare, lo vanno a cercare e scoprono il cadavere. Le indagini si concentrano subito sull’unico contenzioso che l’ex sindaco aveva aperto: la causa per il terreno. Caria viene rintracciato poco più tardi e sottoposto ai test tecnici per verificare la presenza di polvere da sparo su mani e vestiti, poi viene trovato il fucile nella sua abitazione, un semiautomatico calibro 12 compatibile con l’arma usata per il delitto e le cartucce dello stesso tipo. Ormai scoperto, Caria avrebbe raccontato quanto accaduto. Aveva raggiunto il suo podere a bordo di un trattore e, vedendo Pusceddu lavorare, si è innervosito. È tornato a casa, che si trova poco distante, ha preso il fucile e dopo averlo caricato con tre cartucce a palla ha raggiunto la vittima. L’ex sindaco ha cercato di salvarsi, nascondendosi dietro la sua Opel Astra. Caria avrebbe esploso un primo colpo, danneggiando la vettura, poi ha premuto altre due volte il grilletto, centrando alla testa e al torace Pusceddu, che è morto sul colpo.