Furto della salma di Enzo Ferrari, progetto della banda iniziato nel 2015

La banda criminale impegnata a cercare sempre nuove fonti di guadagno, e sgominata oggi dai carabinieri di Nuoro, inizia a progettare il furto a scopo di estorsione della salma dell’ingegner Enzo Ferrari, il fondatore dell’omonima casa automobilistica morto nel 1988, nell’inverno del 2015. Poco dopo i militari, attraverso un’ampia attività tecnica, vengono a conoscenza del progetto del sodalizio, al cui apice vi è l’orgolese Giovanni Antonio Mereu, detto Gianni, da tempo trapiantato nel parmense.

In quell’anno e nell’anno successivo la banda fa diversi sopralluoghi nel cimitero monumentale di Modena dove è sepolto il patron della Ferrari, ma quando sta per entrare in azione, il colpo viene impedito dai servizi mirati, predisposti nei pressi del cimitero e in tutto il territorio circostante, dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Nuoro, diretto dal capitano Luigi Mereu, controlli materialmente effettuati dalla Compagnia di Modena. “La banda aveva predisposto tutto nei minimi dettagli – ha spiegato il col. Saverio Ceglie, a capo del Comando provinciale di Nuoro nel corso della conferenza stampa – La pianificazione del furto ricalcava il modus operandi dei sequestri di persona. Nell’ambito del sodalizio sono stati individuate le persone e i ruoli di ciascuno: chi si occupava del furto, chi di trafugare la salma, chi organizzava la richiesta di riscatto ai familiari. Un progetto che è stato in piedi per anni ma che non è mai riuscito per via degli ampi servizi da noi predisposti”. La famiglia Ferrari era stata avvertita dai Carabinieri ed era a conoscenza di tutto.

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