Freemmos, tappa a Baradili per parlare di spopolamento (e contrastarlo)

Dopo la tappa del 25 aprile scorso a Monteleone Rocca Doria, la carovana di Freemmos è approdata domenica 14 maggio a Baradili, il più piccolo paese della Sardegna con i suoi 84 abitanti. Il progetto, ideato dalla Fondazione Maria Carta, mira a offrire un contributo al dibattito in corso sul fenomeno dello spopolamento che investe tante piccole comunità locali e tenere accesi i riflettori su questa tematica. Oltre le amministrazioni e i cittadini dei due piccoli paesi, sono tante le persone coinvolte, che hanno aderito con entusiasmo e generosità all’iniziativa, che si auspica possa proseguire in futuro con nuovi appuntamenti.

Molto ricca e intensa la scaletta degli eventi che si sono susseguiti durante tutta la giornata a partire dalle 10 del mattino con i saluti del padrone di casa, il sindaco di Baradili Lino Zedda, del collega di Monteleone Rocca Doria Antonello Masala e di Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta. I primi interventi musicali affidati al duo Fantafolk, al Cuncurdu e Tenore di Orosei e al chitarrista Ignazio Cadeddu, hanno fatto da preludio al convegno.

Il dibattito, moderato dal giornalista Giacomo Serreli, ha offerto spunti e chiavi di lettura interessanti grazie al contributo degli autorevoli esponenti della cultura isolana che vi hanno preso parte.

Giacomo Mameli, che grazie alla sua attività giornalistica ha approfondito il problema, ha sottolineato che “in nessuno dei paesi a rischio spopolamento, gli abitanti credono davvero che il proprio paese morirà, il loro amore per le radici li porta a non immaginare una fine. Però la realtà ci dice che il rischio è concreto e che per rimanere in vita questi paesi hanno bisogno di servizi. Un punto fondamentale che non è stato capito dalla classe politica. Ci vorrebbe il clima degli anni ’60/’70, quando la voglia di ribellarsi prevaleva”.

Avere il coraggio di ribellarsi e andare contro il sistema è anche il pensiero di Gianluca Medas, conduttore di una trasmissione televisiva che lo porta a girare e raccogliere testimonianze in tutti i piccoli centri della Sardegna.

Anthony Muroni, già presente come buona parte degli ospiti anche a Monteleone Roccadoria, si è riallacciato a quanto espresso lo scorso 25 aprile: “Tutti d’accordo sul puntare il dito su chi ci governa e sul sistema, ma cercando di fare un esame di coscienza su quanto abbiamo e soprattutto non abbiamo fatto tutti noi. Il sistema ci dice che le piccole realtà non sono sostenibili, c’è emergenza democratica, nei piccoli paesi si fa fatica a presentare le liste dei partiti per le votazioni, tutto questo perché non c’è più potere decisionale. Ai cittadini è stata tolta la possibilità di partecipare ai processi decisionali”.

Pino Tilocca, preside del liceo classico di Oristano ed ex primo cittadino di Burgos ha sottolineato come non si sia stati in grado di elaborare una legge sul diritto alla studio. Il modello pluriclasse non ha funzionato. Un cenno anche sui flussi migratori e del cosiddetto lavoro rubato da parte degli extracomunitari che però, alla fine dei conti, sono gli unici che vogliono lavorare nelle nostre campagne.

Bachisio Bandinu con la sua straordinaria capacità di analisi e narrazione, ha calamitato l’attenzione della platea. “Questi paesi – ha detto -, hanno tanto da raccontarci, ogni loro angolo ha la sua storia, dobbiamo solo disporci all’ascolto. L’identità ha diritto di esistere, non possiamo distruggerla. Serve una nuova prospettiva di interventi pubblici, dopo questi incontri è necessaria una dimostrazione di popolo”.

Ribellione e identità sono i concetti principali emersi dall’incontro, anche dalle parole di Bachisio Porru, ex sindaco di Olzai. “Non dobbiamo pero – ha ribadito quanto detto a Monteleone Rocca Doria -, difendere aprioristicamente i servizi come ad esempio la scuola, perché una scuola non all’altezza è controproducente ed è un modello che non regge più”.

Gavino Sini, presidente della Camera di Commercio del nord Sardegna ha fornito un punto di vista specifico sul tema, evidenziando come la situazione attuale sia “il risultato dei modelli di sviluppo economico che abbiamo scelto e dunque se non ci vanno bene dobbiamo tutti sentirci responsabili”. Sini ha auspicato “una maggiore coscienza civica, serve che recuperiamo tutti una dimensione più profonda con valori che si stanno perdend”.

Ornella Porcu, esperta di marketing del territorio, ha parlato di una importante risorsa di sviluppo come il turismo enogastronomico. “È una tendenza che abbiamo riscontrato – ha detto – è un segmento specifico del turismo, c’è grande richiesta e le specificità gastronomiche dei territori sono ciò che il turista cerca. Non è un caso che lo chef Roberto Petza abbia scelto proprio Baradili come sede della propria Accademia di Cucina. I turisti – ha concluso Ornella Porcu – sono coloro che usano molto i social network dando così una grande visibilità ai luoghi che visitano”.

Marcello Marras ha invece citato una frase di Nelson Mandela: “Sappiamo cosa deve essere fatto, ma manca la volontà di farlo”, auspicando un maggiore consapevolezza di quello che siamo e senso di responsabilità collettivo.

L’architetto Sandro Roggio, studioso del territorio, ha ribadito i concetti espressi nel suo intervento a Monteleone Rocca Doria ovvero l’inadeguatezza del disegno di legge sull’urbanistica, ritenuto polarizzante e accentrante. Gli squilibri territoriali non portano sviluppo.

Al termine delle discussioni, prima di ritrovarsi tutti di fronte ad una tavola imbandita con i piatti locali, si è svolta la suggestiva sfilata dei mini mamuthones di Mamoiada a significare con la loro presenza, l’interesse per queste problematiche da parte delle nuove generazioni. Dopo il pranzo un altro interessante momento è stato Olympias, iniziativa promossa dal Consorzio delle Due Giare, in cui bambini e ragazzi sono stati protagonisti nei giochi tradizionali della Sardegna.

Ha poi avuto inizio la lunga maratona musicale, che sin dal primo pomeriggio ha visto alternarsi sul palco un nutrito numero degli artisti: il coro Maria Carta composto dai ragazzi della scuola media numero 3 di Sassari, Francesco Piu, i Gravity Sixty, Ignazio Cadeddu, Cuncurdu a Tenore de Orosei, Fantafolk, Mariano Melis, Menhir, Tressardi, Piero Marras e Cordas e Cannas, oltre al breve spettacolo proposto dal Collettivo teatrale di Ozieri.

Il momento clou della serata si è avuto quando sul palco si sono uniti i Fantafolk, il Cuncurdu a Tenore di Orosei, Ignazio Cadeddu e Mariano Melis che hanno proposto una bellissima versione estemporanea del brano Fremmos, scritto da Michele Pio Ledda.

 

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