Filtra l’acqua nelle celle del carcere di Uta: “Non finiti i lavori nelle stanze”

“E’ trascorso oltre un anno dal trasferimento dei detenuti dal vecchio carcere di viale Buoncammino a Cagliari al Villaggio Penitenziario di Uta, tuttavia in alcune stanze dei diversi edifici, non essendo state adeguatamente completate, filtra acqua“. Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, evidenziando nel resoconto annuale le principali carenze registrate negli edifici della casa circondariale articolata in 15 sezioni e “in cui operano 360 agenti rispetto ai 420 previsti in organico. Attualmente il numero dei ristretti ammonta a 560 presenze, con una capienza regolamentare di 549 detenuti, ma con quella tollerabile prevista fino a 950”. “A fronte di spazi enormi disponibili, le sale colloqui sono più piccole di quelle dell’ottocentesco penitenziario cagliaritano così come dispone di meno spazio il centro diagnostico dove sono ricoverati i detenuti ammalati – aggiunge Caligaris – Le celle ospitano ormai tre detenuti, la presenza di tossicodipendenti è del 40%, c’è solo un campetto per giocare a calcio e non è difficile trovare chi rimpiange Buoncammino”. Altre criticità evidenziate riguardano i collegamenti di trasporto pubblico nei giorni festivi, gli spazi d’attesa all’aperto per “i familiari, giovani e anziani, che sono costretti a sostare sotto il sole o la pioggia o al vento anche con neonati o bambini in braccio. L’auspicio – sottolinea lòa presidente dell’associazione – è quello di un maggior coinvolgimento delle istituzioni per ridurre il malessere sociale e garantire il diritto alla salute non sempre all’altezza delle aspettative dentro le carceri della Sardegna”.

(Foto di Roberto Pili)

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