Trident, manifestanti sotto il Consiglio regionale. Sel: “Pigliaru troppo timido”

“La Sardegna deve investire sulla bellezza del proprio territorio, sul sole e non sulle navi da guerra e sui cannoni”. È il grido d’allarme lanciato dalle associazioni ambientaliste e indipendentiste Sardegna pulita, Cagliari social forum, Css, Usb, Sardinia Natzione Indipendentzia che questa mattina hanno tenuto un presidio in via Roma, davanti al porto di Cagliari dove ormeggiano le navi militari che stanno partecipando all’esercitazione Nato ‘Trident Juncture 2015′ in programma dal 6 ottobre al 6 novembre tra Italia, Spagna e Portogallo. Il concetto verrà ribadito anche il prossimo 31 ottobre nel corteo in programma a Cagliari (il 24 verranno definiti i particolari in un’assemblea organizzativa a Santa Giusta) e il prossimo 3 novembre nel sit-in davanti poligono di Teulada. “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà al popolo curdo e a quello armeno visto che sono attraccate in posto le navi turche – hanno detto – si firmano accordi per la riduzione delle servitù militari e poi non si dice niente sulle bombe sparate dalle navi da guerra. È un affronto e un’offesa al popolo sardo”.

Intanto, su Trident prende posizione anche il gruppo Sel in consiglio regionale e annuncia la presentazione di una mozione. Per gli esponenti della maggioranza, il presidente della Regione è stato finora “troppo timido nell’affrontare un tema di questa rilevanza”. Non solo: Pigliaru deve “rovesciare il tavolo di confronto con Roma” e difendere l’autonomia della Sardegna, “senza accontentarsi di decidere il colore delle tendine, lasciando che nel proprio territorio si possa fare quello che si vuole”.

Sel incalza il governatore sul tema delle servitù militari e chiede spiegazioni ad un anno dall’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale sul fronte delle possibili dismissioni dei poligoni sardi. Con una mozione, che sarà discussa in Consiglio regionale, Sinistra ecologia e libertà fa pressing sulla Giunta sollecitando il ridimensionamento dell’esercitazione militare che che coinvolge circa 30 Paesi, 36 mila uomini, 60 tra navi e e sottomarini e 140 tra aerei ed elicotteri. Inoltre nel documento si chiede di conoscere quali saranno gli impatti ambientali economici e sociali dell’esercitazione.

Secondo il segretario regionale di Sel Luca Pizzuto, “ancora una volta la nostra terra diventa scenario di esercitazioni. La mozione vuole essere un pungolo alla Giunta perchè le forze politiche del centrosinistra esprimono una netta contrarietà a qualunque esercitazione e all’utilizzo del suolo sardo per questi interventi”. “La Sardegna ha già dato, non deve dare altro. Non è più sopportabile uno Stato carnefice e oggi con queste esercitazioni si è toccato il punto di non ritorno – ha affermato il capogruppo Daniele Cocco – queste situazioni non devono più avvenire”.

“Dato che non è stata firmata la convenzione sull’esercitazione, non si può continuare a fare tutto quello che si vuole senza la condivisione e la compartecipazione dei sardi – ha stigmatizzato l’esponente di Cd, Roberto Desini – faremo un referendum nei territori interessati perché si esprimano sulla presenza delle servitù militari”. Secondo Francesco Agus di Sel, “si tratta di un ennesimo “versamento di sangue che la nostra Isola paga”, mentre per l’esponente dei Rossomori, Emilio Usula, “occorre portar avanti una trattativa in maniera più forte”. “Quando serve bisogna alzare la voce per far rispettare i diritti dei sardi – conclude Eugenio Lai di Sel – I diritti dei sardi devono ritornare al primo posto nell’agenda politica e presidente deve avere più coraggio su temi che ci vedono soccombere sul versante dell’autonomia”.

(Foto di Roberto Pili)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share