1.140 imprese artigiane scomparse nell’ultimo triennio, occupazione ridotta del 10,7% nel 2012. E nel 2013 è previsto un ulteriore arretramento. Il grido d’allarme è stato lanciato questa mattina dalla Cna costruzioni. “Siamo in mezzo a una crisi – hanno detto Francesco Porcu e Mauro Zanda, segretario e presidente del settore edilizia dell’organizzazione – che sta spazzando via centinaia di imprese e gettando sul lastrico migliaia di famiglie”. Gli altri numeri: il calo degli investimenti è stimato al -2,8% e il volume d’affari ridotto del 2%. Previsioni pesanti per abitazioni residenziali: anche qui investimenti in ribasso del 9% e del 7%. Unica nota positiva per le opere del Genio civile: si stima una crescita pari al 2%. A condizione – ha spiegato Cna – che le gare bandite tra fine 2011 e 2012 seguano l’iter previsto. Fallimentare il consuntivo 2012: -23% per l’immobiliare, -18% per le compravendite commerciali, -10% per la produzione residenziale. Dal 2008 si sono persi più di 14 mila addetti, il 23% del settore. Allarme, secondo la Cna, per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione e per la mancanza di garanzie sui tempi. Le soluzioni? Quelle suggerite dalla Cna sono due: “Innanzitutto – ha detto Porcu – occorre allentare i vincoli legati al Patto di stabilità. Bisogna emendare la legge regionale 16 del 2010, si libererebbero circa 600 milioni di euro da destinare allo sviluppo e al rilancio degli investimenti”.
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