I nuovi reperti trovati a Mont’e Prama. Ecco tutte le foto

Nuovi frammenti di statue nuragiche vengono alla luce a Mont’e Prama: le ultime, recuperate nelle scorse settimane, sono ora custodite nei depositi sotterranei del museo civico di Cabras. Sono decine di pezzi soprattutto di piccole dimensioni contenuti in 22 cassette di plastica, la maggior parte viene dalla discarica a ovest della necropoli. Nessuna novità significativa rispetto a quanto già noto se non che i frammenti di statue ancora da recuperare sono tanti e il lavoro sullo scavo sarà ancora intenso, considerato che contestualmente alla ricerca sulle statue si sta portando alla luce la necropoli con le tombe a pozzetto. Le ultime notizie sul sito sono state illustrate ai giornalisti in serata da Alessandro Usai, direttore scientifico del cantiere a Mont’e prama, e da Marco Minoja, direttore della Soprintendenza archeologica per la Sardegna.

Usai ha convocato la stampa anche per mostrare la testa di una scultura, già rotta in epoca antica, su cui la benna del mezzo meccanico usata sul terreno ha lasciato un segno: “Si tratta di un danno minimo e trascurabile, il lavoro dell’archeologo non è mai esente da questi episodi”.

Sull’argomento, che la settimana scorsa ha creato molte polemiche e ha portato anche i Carabinieri in cantiere, è tornato anche Minoja, che già qualche giorno fa aveva scritto una nota: “L’arenaria di queste statue è molto gessosa e si scalfisce facilmente. Rispondo a chi, per scarsa esperienza di scavi archeologici, sostiene che non si usano i mezzi meccanici: in alcuni casi se occorre asportare grandi quantità di terra sterile è normale che si usi”. Gli archeologi hanno mostrato anche i pezzi delle statue rinvenuti nella campagna del 2014, ripuliti, restaurati e già visibili negli spazi del museo di Cabras: due grandi torsi di pugilatori, due busti, frammenti di uno scudo e un modello di nuraghe in arenaria.

Francesca Mulas 

 

 

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