Ex San Raffaele, Pirastu (Aiop-cliniche private): “Nessun potentato”

Andrea Pirastu è il presidente regionale dell’Aiop, l’associazione italiana dell’ospedalità privata, ed ex assessore regionale di Forza Italia. Insieme a Giorgio Carboni, presidente dell’Aissp, rappresenta undici Case di Cura di tutta la Sardegna, da Cagliari a Sassari. E’ colui che più di tutti può rispondere a chi ha accusato le fantomatiche cliniche private di ostacolare il percorso verso il nuovo San Raffaele targato Qatar. Nei giorni scorsi ha spiegato le posizioni delle cliniche in una lettera. Ora che il percorso legislativo per il futuro Bambin Gesù di Olbia/ex San Raffaele è compiuto, può rispondere a domande sulla sanità in Sardegna, pubblica e privata.

Avvocato, lei sarebbe il rappresentante di quei potentati che avrebbero ostacolato per decenni il San Raffaele di Olbia?

“Non scherziamo. Qui non esistono potentati, noi rappresentiamo undici Case di Cura associate, una realtà importante nel Servizio sanitario regionale. Voglio ribadire un concetto sulla presunta definizione di lobby: noi incidiamo solo per il 3% nel bilancio sanitario della Regione, ma eroghiamo il 15% delle prestazioni. Offriamo un servizio sanitario di eccellenza a costi contenuti”.

Spesso c’è chi pensa alle cliniche come strutture che si contrappongono alla sanità pubblica.
“Dal 2005 esiste un accordo stipulato con la Regione (all’epoca la giunta era quella di Soru e l’assessore alla Sanità era Nerina Dirindin, ndr), che viene rinnovato ogni tre anni, in base al quale noi rappresentiamo parte integrante del sistema pubblico nonostante siamo dei privati. I pazienti vengono ricoverati sulla base di una prescrizione del medico di famiglia, le prestazioni vengono erogate a costo zero per i pazienti come negli ospedali. Pagano le Asl sulla base dei contratti stipulati con le singole strutture. Ma noi costiamo meno del pubblico, per la Regione costituiamo un risparmio. Un posto letto nel pubblico costa più di uno analogo nel privato”.

Come mai allora si associa alle cliniche private l’immagine di un business sanitario?
“Si tratta di speculazioni. Il nostro è un servizio di alto livello. Lo schema di contratto con la Regione prevede che ogni due mesi funzionari delle Asl effettuino controlli sulle cartelle cliniche per accertare l’appropriatezza dei ricoveri. Se la Regione applicasse controlli così rigorosi anche alle strutture pubbliche, risparmierebbe decine di milioni di euro. I DRG( il sistema che permette di quantificare la remunerazione per il ricovero di un paziente, ndr) erano stati adeguati nel 2004, ma sono stati successivamente tagliati dall’assessore Dirindin. Noi chiediamo un nuovo adeguamento. Anche noi rappresentiamo l’eccellenza. Dal 2010 l’accreditamento è disciplinato sulla base di requisiti organizzativi e strutturali che le Case di Cura sono chiamate a rispettare. Abbiamo fatto investimenti di milioni di euro per adeguare e migliorare le nostre strutture. Soldi che, vorrei precisarlo ancora una volta, mettiamo noi. Non abbiamo contributi o agevolazioni, noi prestiamo un servizio che i pazienti sono liberi di scegliere o meno. Il mercato detta le regole”.
In questo senso il nuovo Bambin Gesù di Olbia aumenterà la concorrenza e, dunque, migliorerà il livello della sanità in Sardegna?
“La cosa più importante è la libertà di scelta del paziente. Lui decide dove farsi curare. Nelle nostre Case di Cura lavorano professionisti di grande valore, molti dei quali hanno lavorato nel pubblico. In Sardegna esiste una collaborazione stretta tra pubblico e privato, concepire il privato come nemico del pubblico è anacronistico. Ripeto: in attesa che venga divulgato il piano industriale, pare che l’ex San Raffaele coprirà branche mediche che in Sardegna non ci sono. Porterà eccellenze? Sono benvenute. Ma sui soldi pubblici e sui criteri di accreditamento devono essere al nostro livello, interlocutori come tutti gli altri”.

Sul miglioramento dei livelli di assistenza?

“Allo stato attuale non si sa ancora chi saranno i medici chiamati a lavorare al Bambin Gesù. Aspettiamo di conoscere i nomi e i loro curricula per valutare. Una cosa è sicura: le equipe mediche devono essere stanziali per poter curare le patologie di cui si è parlato, non possono venire due volte al mese. Ricordiamo che per le regole dell’accreditamento, in Sardegna gli organici delle Case di Cura devono essere comunicati alle Asl di riferimento ogni 6 mesi”.

Una cosa è certa: il Bambin Gesù dovrebbe incidere positivamente sulla mobilità passiva, che in Gallura raggiunge livelli molto alti.

“I cosiddetti “viaggi della speranza” si compiono per curare quelle patologie che non vengono trattate in Sardegna, perché non esistono eccellenze. Per alcune di queste patologie sarà accreditato il nuovo Bambin Gesù. Sulle patologie tradizionali, posso dire con certezza che tra pubblico e privato esistono già grandi eccellenze in Sardegna. Certo, esiste soprattutto nel pubblico il problema delle liste d’attesa. Le faccio un esempio: la procreazione medicalmente assistita. All’ospedale Microcitemico di Cagliari c’è il professor Giovanni Monni, un’eccellenza assoluta. Ma le liste d’attesa sono lunghe e centinaia di pazienti emigrano verso centri di altre Regioni”.
Il Bambin Gesù di Olbia si dice possa attirare pazienti anche dalla Penisola.

“Se sarà una struttura di eccellenza, sì. Una volta che il nuovo Bambin Gesù partirà, saremo onorati di averli tra i nostri associati. La nostra associazione conta su 1300 posti letto, i nostri pazienti potrebbero essere indirizzati a Olbia per curare determinate patologie. Ma una cosa vorrei chiarirla. Si parla di eccellenza e di accogliere pazienti da Asl della Penisola. Bene, noi chiediamo che queste prestazioni non siano inserite nel budget sanitario della Sardegna. Sappiamo che i 55 milioni all’anno per gli accreditamenti dell’ex San Raffaele saranno esclusi dalla spesa sanitaria complessiva, ma speriamo che questa nuova realtà porti più attenzione per tutti”.
Per questo chiedete di rivedere il vostro budget?

“Abbiamo subìto dei tagli consistenti. Visto lo spazio economico che la Regione vuol destinare al San Raffaele, ci auguriamo possa essere incrementato il budget riservato alle Case di Cura riportandolo almeno alla dotazione iniziale del 2009 pari a 105 milioni di euro. Voglio ricordare che noi siamo già passati dalla spending review e che le Case di Cura hanno vinto una causa al Tar perché la Regione aveva applicato i tagli di spesa con effetto retroattivo nel periodo dal gennaio al luglio del 2012. Io insisto nel dire che il Bambin Gesù deve essere di stimolo per la redazione di un Piano sanitario regionale che imprima una svolta nella gestione dell’amministrazione sanitaria. La Regione è stata lenta in questa materia”.

E la deroga al tetto per i posti letto?

“Al momento non ho elementi per valutare, ma esistono precisi riferimenti di legge. I tecnici dell’assessorato alla Sanità sono persone competenti, le regole e le procedure saranno rispettate”.
Finora abbiamo parlato molto di sanità e poco di politica. Tuttavia, il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha attaccato pesantemente le Case di Cura: chiedendo chi fossero i proprietari delle cliniche private e quanti soldi pubblici incassassero.

“Fasolino deve essersi perso qualcosa. Qui tutto è alla luce del sole: chi siamo e quale sia il nostro budget. Non sprechi il suo tempo a chiedere cose che sanno tutti. Tuttavia come presidente dell’Aiop sono a disposizione di qualsiasi consigliere regionale per fornirgli eventuali informazioni sul comparto dell’ospedalità privata”.

di Giandomenico Mele

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share