De Giorgi, il collaboratore e la Pro Loco: “Raspare fondi pubblici”

È il secondo filone dell’inchiesta che ha fatto finire ai domiciliari Valerio De Giorgi, l’ispettore della Guardia di finanza andato in aspettativa dopo l’elezione in Consiglio regionale nel 2019 e arrestato ieri per voto di scambio, corruzione e tentata truffa. Tutto ruota intorno alla Pro Loco Città di Cagliari, nuova creatura nel panorama di sostegno al folclore, voluta nel 2020 proprio da De Giorgi.

Anche in questo caso l’onorevole è accusato di aver fatto “un uso assolutamente spregiudicato della funzione pubblica ricoperta”, perché alla Giunta regionale chiese per l’associazione un maxi contributo da 650mila euro. La mossa politica non tardò a diventare un caso sollevato dal consigliere comunale di Cagliari, Matteo Massa, che in una pubblica denuncia parlò di elargizione ingiustificata per una Pro Loco di nuova istituzione.

L’Esecutivo di Christian Solinas, però, assecondò De Giorgi con quei 650mila euro poi cancellati dalla manovra di bilancio. Ma la frittata era ormai fatta. Tanto che il pm Giangiacomo Pilia e il gip Giorgio Altieri hanno disposto i domiciliari anche per Marco Pili, collaboratore di De Giorgi in Consiglio regionale, anche lui intercettato. Nell’ordinanza è scritta una frase, riportata da L’Unione Sarda, che per la Procura è prova di colpevolezza. Pili disse che bisognava “raspare fondi pubblici”.

La Pro Loco Città di Cagliari è presieduta dalla ginecologa Rita Floris, sorella dell’ex moglie di De Giorgi. Pili, invece, nell’associazione è un consigliere del Cda, mentre la carica di tesoriere è stata affidata a un finanziere collega di De Giorgi. In seguito allo scandalo politico, il 2 febbraio del 2021, quindi oltre un anno fa, lasciò l’incarico la segretaria dell’associazione, collaboratrice dell’Udc in Consiglio regionale e non indagata.

Tra le tre accuse di cui De Giorgi è chiamato a rispondere, la tentata truffa riguarda la vicenda della Pro Loco. Il voto di scambio è invece legato alle promesse di lavoro fatte durante la campagna per le Regionali del 2019. La corruzione riguarda infine la permuta di un terreno, intestato alla moglie e alla cognata di De Giorgi, le sorelle Francesca e Maria Carmine Murru, e ceduto a un costruttore di Quartucciu, Corrado Deiana, anche lui ai domiciliari.

Pili è difeso dagli avvocati Pierandrea Setzu e Renato Chiesa, mentre Deiana da Franco Villa. Nei prossimi giorni l’interrogatorio di garanzia per i tre arrestati.

[Nella foto Villa Devoto]

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