L’arresto dell’onorevole, moglie e cognata nel giro degli appartamenti in permuta

Davanti al notaio era una permuta; per la Procura di Cagliari si è trattato di corruzione. È questo uno dei passaggi contenuti nell’ordinanza del gip Giorgio Altieri che ieri, su richiesta del pm Giangiacomo Pilia, ha fatto finire ai domiciliari il consigliere regionale Valerio De Giorgi, 57 anni; il suo collaboratore Marco Pili, 41 anni, di Cagliari; il costruttore Corrado Deiana, 54enne, di Quartucciu, Comune dove lo stesso De Giorgi occupa uno scranno nell’Assemblea civica. I tre arrestati sono accusati a vario titolo di corruzione, tentata truffa e voto di scambio.

Il Gip, nel decidere la misura cautelare per De Giorgi, scrive che l’onorevole faceva “un uso totalmente spregiudicato della funzione pubblica”, come risulta da uno stralcio dell’ordinanza pubblicato su L’Unione Sarda. E infatti i quattro appartamenti che sarebbero dovuto andare a Francesca Murru e Maria Carmine Murru, rispettivamente (seconda) moglie e cognata del consigliere regionale.

Tutto ruota intorno a un emendamento presentato da De Giorgi e inserito nel Piano casa approvato a marzo 2020 dal Consiglio regionale. C’è uno scambio di messaggi che inchioda De Giorgi e il costruttore Deiana. Perché quest’ultimo, citando anche un certo “Alessandro“, che la Guardia di finanza ha poi scoperto essere Cacciopoli, tecnico del Comune di Quartucciu, chiedeva e otteneva di cambiare una norma urbanistica sulle altezze massime degli edifici e sul numero dei piani realizzabili.

Grazie a quella modifica normativa, ha poi accertato il magistrato inquirente in seguito alla perizia affidata all’ingegnera Sabrina Cucinotta, Deiana ha potuto ottenere dal Comune di Quartucciu il via libera a realizzare dodici appartamenti in un terreno che apparteneva alla famiglia De Giorgi e dove c’era anche un immobile. Col nuovo Piano casa, la Elcor srl di Deiana, tramite le sorelle Murru, acquistava in permuta l’area edificabile di Quartucciu e si faceva carico di demolire la struttura esistente per realizzare le nuove abitazioni, di cui quattro sarebbero andate come contropartita alla moglie e alla sorella dell’onorevole.

La corruzione di cui De Giorgi è chiamato a rispondere sta nel fatto, sempre secondo le accuse, che c’è stata una sproporzione tra il prezzo del terreno andato in permuta, fissato in 240mila euro, e il valore dei quattro appartamenti da cedere alle sorelle Murru, il cui costo commerciale per unità immobiliare è stato stimato dalla Procura in 150mila euro. A conti fatti, ha scritto il Gip, la moglie e la cognata di De Giorgi hanno ottenuto la disponibilità di beni per 600mila euro, un valore tre volte superiore rispetto al prezzo della permuta. Il giudice per le indagini preliminari parla per questo di “prezzo della corruzione“.

De Giorgi, difeso dall’avvocato Massimiliano Ravenna, dovrà comparire davanti al Gip nei prossimi giorni insieme agli altri due arrestati per la convalida del fermo. La particolarità di questa inchiesta sta nel fatto che tutto ha avuto inizio per una denuncia presentata dallo stesso onorevole che aveva segnalato alla magistratura di ricevere minacce. Andando a fondo, il magistrato inquirente ha scoperto che tutto dipendeva dalla promesse di lavoro fatte da De Giorgi in campagna elettorale. Quando nel 2019, e faceva ancora e solo l’ispettore della Guardia di finanza, si era candidato con Fortza Paris alle Regionali.

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