Voto di scambio, tre arresti. Ai domiciliari il consigliere De Giorgi

Tre arresti per voto di scambio, corruzione e tentata truffa. Le misure cautelari sono state eseguite dalla Guardia di finanza a Cagliari nell’ambito di un’indagine partita nel 2019. Ai domiciliari sono finiti in tre: il consigliere regionale di centrodestra Valerio De Giorgi, il suo collaboratore Marco Pili e un costruttore di Quartucciu, Corrado Deiana.

Stando alla ricostruzione del pm Giangiacomo Pilia, De Giorgi è stato il firmatario di un testo normativo suggerito da Deiana. Precisamente un emendamento a un testo di legge in Consiglio regionale, presumibilmente il Piano casa, ma di cui non sono stati forniti ulteriori dettagli dalla Procura.

Il costruttore, in cambio del favore, avrebbe promesso a De Giorgi il regalo di quattro appartamenti. Sempre secondo gli accertamenti svolti dal magistrato inquirente e che hanno fatto scattare le misure cautelari, l’emendamento chiesto da Deiana è stato approvato e diventato legge. Il passaggio normativo è risultato indispensabile per permettere al costruttore di realizzare un intervento edilizio a Quartucciu.

Le tre misure cautelari ai domiciliari sono state richieste dal pm Pilia e accolte dal gip Giorgio Altieri che ha firmato l’ordinanza. Gli arresti sono stati eseguiti dal Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle. I tre provvedimenti sono arrivati a distanza di quattordici mesi dall’iscrizione di De Giorgi sul registro degli indagati. Un avviso di garanzia che ribaltò la vicenda giudiziaria, visto che tutto era cominciato da una denuncia per minacce presentata da De Giorgi nel 2019. Invece dall’esame dei telefonini è emersa un’altra vicenda che ha portato all’apertura di un fascicolo in Procura a gennaio 2021.

De Giorgi, ispettore della Guardia di finanza andato in aspettativa dopo l’elezione nella massima assemblea sarda, da subito è stato accusato di voto di scambio, un’accusa a cui si sono poi aggiunte la corruzione e la tentata truffa. Da ambienti investigativi filtra un ultimo dettaglio: nell’inchiesta sarebbe coinvolta un’altra persona.

In Consiglio regionale, l’onorevole finito ai domiciliari fa parte del Gruppo Misto, ma venne eletto con Fortza Paris, partito lasciato quasi all’inizio della legislatura per Sardegna Forte, nuovo “movimento per la buona politica”, è scritto nella pagina Facebook.

Sul fronte di Pili, il collaboratore di De Giorgi a Palazzo, il suo coinvolgimento nell’inchiesta riguarderebbe invece un finanziamento da 650mila euro da destinare alla Pro Loco Città di Cagliari. Stando alla ricostruzione della Procura, l’onorevole propose di inserire il contributo nel maxi assestamento di bilancio di fine 2020. La Pro Loco in questione aveva proposto di realizzare, con soldi pubblici, un Sistema integrato di promozione territoriale.

Pili fa parte della Pro Loco Città di Cagliari. E non sarebbe l’unico: ci sarebbero anche l’ex cognata di De Giorgi e altri amici di area centrista. Non solo: i fari sull’associazione, riporta L’Unione Sarda, li aveva sollevati il consigliere comunale di Cagliari, Matteo Massa, quota Progressisti, che dopo l’approvazione dell’emendamento aveva denunciato l’inopportuna assegnazione di un contributo così importante per una Pro Loco appena nata, quindi senza storia.

In seguito alla segnalazione di Massa, quota Progressisti, l’emendamento che assegnava le risorse venne stralciato. Ma nel frattempo i fari della Procura si erano già accesi, ciò che ha configurato il reato di tentata truffa.

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