Dalla Florida al Campidano: ecco Michael “su maistu” di sardo

Le sue origini sono americane, ma è un vero sardo d’adozione. Il suo obiettivo? Fare un modo che la lingua sarda non si estingua. Ha così deciso di organizzare un corso di lingua campidanese-logudorese.
La testimonianza di Michael Pett, 23 anni, originario della Florida, arrivato in Sardegna per la prima nel 2009, è una prova. Aveva solo 17 anni quando è arrivato nella nostra Isola per uno scambio interculturale, è rimasto colpito da subito da tanti aspetti della nostra terra, tra i più comuni la bellezza offerta dalla nostra natura, dal cibo, ma specialmente dalle persone. Meno comune per un americano che arriva in Sardegna è l’attrazione che può subire da ciò che Michael ritiene “un patrimonio culturale in via d’estinzione”, ovvero su sardu (o limba sarda in logudorese). Certo, non è facile imparare una lingua classificata come romanza occidentale e considerata da molti studiosi la più conservativa delle lingue derivanti dal latino, soprattutto se prima non si studia la lingua italiana.

Da subito per lui è stato semplice apprendere i tipici modi usati per dire ‘sì’ o ‘andiamo’, ‘eya ‘e ‘ayò’ (che subito ha insegnato agli amici americani), poi sono arrivate anche le tipiche volgarità in sardo che gli sono state insegnate dai compagni di scuola; ma era ben lontano dal raggiungimento del suo obiettivo: imparare la lingua sarda. Si è fatto aiutare dalla nonna ‘casteddaia’ della famiglia che l’ha ospitato per un anno, ma dopo essere tornato nel 2012 a Cagliari per frequentare l’università, ha deciso di cercare un corso di sardo, risultati? Nessuno. “Non c’erano opportunità”, ha spiegato il ventitreenne, “ogni tanto ne organizza qualcuno la Regione, il problema è che comunque non essendoci molti finanziamenti, non può offrirli sempre, non è una cosa costante, e mancando la costanza manca anche il metodo”. Così Michael ha cercato di arricchire il suo vocabolario parlando con amici, con la famiglia di un’amica che parla in maniera fluente la lingua, ha iniziato a guardare video documentandosi sul web e anche ad appassionarsi al famoso gruppo musicale sardo ‘Tazenda’.

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Le parole che l’hanno colpito subito sono state ‘bobboi‘ e ‘tostoinu‘ (leccornia e tartaruga), lo racconta ridendo e senza neanche più un filo di accento americano che potrebbe riportare le persone che lo ascoltano alle sue origini. Ma tutto questo non bastava, la voglia di perfezionare la lingua era talmente forte che è nata così l’idea di organizzare un corso di sardo a Cagliari. “Lavoro in una scuola di lingue e così ho proposto l’idea al direttore dell’azienda per la quale lavoro il quale l’ha accolta con piacere” – ha spiegato il ragazzo – “sarà esattamente un corso come quelli che proponiamo di inglese, spagnolo o francese, si partirà dal campidanese-logudorese per poi arrivare agli altri dialetti”. Da subito Michael si è messo alla ricerca dei docenti, e il corso partirà il 9 aprile. “È una lingua legata alle emozioni” – ha detto Michael Pett -” certe frasi pronunciate in sardo rendono più l’idea di ciò che si vuole esprimere, i sardi forse non si rendono conto del patrimonio linguistico che hanno, è una lingua che rischia di estinguersi e la preservazione dovrebbe partire da tutti, in particolare i genitori dovrebbero insegnare ai loro bambini la lingua fin da piccoli”.

Monica Magro

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