Quello che è successo martedì 18 ottobre segnerà un prima e un dopo, anche e soprattutto per gli studenti, scampati al crollo dell’ex aula magna di via Trentino a Cagliari delle 21:30, quando l’ultima lezione si era tenuta fino alle 20. Dopo l’occupazione permanente dell’aula Capitini, gli studenti continuano a riunirsi e ad avanzare richieste al grido di “Non si può morire andando a lezione”. Il tutto mentre le indagini proseguono.
Queste le istanze degli universitari cagliaritani: un piano straordinario per l’edilizia, più trasparenza, una commissione d’inchiesta e la sospensione delle tasse universitarie. In un manifesto approvato, dopo il corteo che ha visto sfilare centinaia di persone dal Rettorato a Sa Duchessa, gli studenti chiariscono: “il crollo dell’aula Magna e dell’aula Vardabasso non è un’imprevedibile catastrofe ma il frutto di decenni di tagli all’istruzione e di politiche su misura di aziende che non mettono al centro il diritto allo studio e gli interessi degli studenti”.
“La mancata garanzia di spazi sicuri non può giustificare un nuovo ritorno alla didattica a distanza che non garantisce in modo eguale un pieno accesso alle attività universitarie a tutti – spiegano gli studenti nel documento -. La Dad rappresenta anche un ostacolo per le persone neuro-divergenti. La soluzione suggerita nel manifesto è la didattica mista (presenza+online) con la garanzia di strutture idonee per tutti gli studenti e le studentesse. Riteniamo sia del tutto ingiustificato continuare a pagare tasse proibitive per migliaia di studenti, anche alla luce dei tagli ai servizi degli ultimi due anni di pandemia”. Infine chiedono all’amministrazione “spazi più sicuri e adeguati per lo studio e per la didattica, anche per chi all’università lavora tutti i giorni”.
Intanto, le testimonianze degli studenti aggiungono dettagli alle condizioni in cui versano gli edifici dell’Università: “L’aula del primo piano era stata rifatta da poco. Era stata imbiancata, installati nuovi arredi e nell’edificio erano state allestite anche alcune cabine di simultanea. Abbiamo iniziato le lezioni da 20 giorni e i lavori erano finiti da circa un mese”. Sara Piu, responsabile comunicazione del collettivo Reset Unica e studentessa di Lingue, è tra quelli che, inconsapevolmente, fotagrafando le slide dei professori, hanno immortalato alcune crepe nell’edificio crollato martedì notte all’interno della Facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari. Ora quelle immagini sono al vaglio degli investigatori, che hanno già sequestrato i documenti dei lavori effettuati negli anni sull’edificio collassato, e della Procura, che ha aperto un fascicolo per crollo colposo di edificio e disastro colposo e ha iscritto nel registro i primi 4 indagati. “Io sono una fuori sede e la notte scorsa, con altri studenti, siamo andati a vedere cosa era successo ed è stato devastante – racconta la studentessa all’Ansa – ora le lezioni sono ferme e da lunedì 24 dovremmo andare tutti in dad. Nel frattempo, so che si stanno cercando aule disponibili per poter fare lezione in presenza. Prima di trasferirci nell’edificio crollato, in cui si trovava Geologia – spiega Sara Piu – le lezioni si tenevano negli spazi dell’ex clinica Aresu: lì ci sono ancora due cabine di simultanea che potremmo utilizzare, ma il problema è che quelle aule sono attualmente usate per altri corsi. Speriamo – è il suo auspicio – che si trovi una soluzione al più presto”.