Sembra il film dell’assurdo. Invece è tutto vero. Con un comunicato delle 18,03, il presidente della Regione, Christian Solinas, ha fatto sapere che “al 18 marzo è stata certificata la giacenza nelle Aziende sanitarie di oltre 36.000 mascherine”. Quelle stesse che, insieme ad altri dispositivi di protezione individuale, finora non sono state distribuite. Con una conseguenza devastante: i casi di coronavirus tra medici, infermieri e operatori sanitari valgono il 50 per cento dei contagi totali. Un dato, questo, riferito a ieri, quando gli infetti erano 206. Poi c’è stato l’aumento a 293, ma dalla Regione, malgrado la richiesta, continuano a non fornire i numeri aggiornati sui nuovi test positivi tra il personale sanitario.
Dunque, a distanza di ventiquattro ore dalla chiamata che Solinas ha fatto con Conte e al quale ha chiesto scorte di dispositivi di protezione individuale – lo ha reso noto ieri la stessa presidente della Regione, ecco la cronaca -, adesso viene fuori un’altra versione dei fatti. L’ennesima. Le mascherine ci sono. A questo punto come diceva Nieddu, che pure Solinas ha di fatto smentito nel momento in cui al Governo ha richiesto, ieri, altro materiale. Peraltro: nella stessa nota del governatore si leggeva che la Giunta “ha dato mandato agli uffici di procedere immediatamente al reperimento e all’acquisizione di tali attrezzature e dispositivi sul mercato fino a concorrenza dei fabbisogni dichiarati dal sistema sanitario regionale per affrontare l’emergenza in atto”.
Dall’Ufficio stampa hanno inviato anche una tabella riassuntiva sulle giacenze, per un totale di 36.177 unità, si legge. Stando allo schema diffuso, la situazione diventa ancora più paradossale perché il maggior numero di giacenze è proprio a Sassari, all’Azienza ospedaliero-universitaria (Aou), cui fa capo il Santissima Annunziata, la struttura sanitaria dei contagi-record. Lì le mascherine ferme sono 19.817, sempre secondo il dato della Regione. Poi ecco l’Auo di Cagliari con 9.950 e ancora l’Azienda per la tutela della salute, l’Ats, cui fanno capo le otto Assl territoriali: qui le giacenze sommano 5.877 pezzi.
“La tutela e la protezione del nostro personale medico e sanitario – dice Solinas – è per noi una priorità inderogabile. È mia ferma intenzione mettere in campo tutte le azioni necessarie in questo senso. Stiamo vivendo una grande emergenza mondiale. L’approvvigionamento di dispositivi e presidi è difficoltoso in tutto il Paese, ma questo non deve diventare un terreno di polemica e di scontro”. Il governatore chiede di “fermare le polemiche”. E richiama “tutti all’unità, bisogna serrare le fila – aggiunge -. Ho dato disposizione di distribuire immediatamente anche le mascherine che in questi giorni abbiamo reperito con la Protezione Civile e proprio ieri sono stati consegnati altri 73.790 dispositivi”.
La ricostruzione, a questo punto, si fa impossibile: dal comunicato non si capisce la destinazione di questi 73.790 dispositivi citati, “reperiti in questi giorni e consegnati ieri”, è scritto ancora nella nota della Regione. Peraltro: sempre ieri, quando Solinas è intervenuto sullo stesso argomento, l’unica cosa che sul punto ha detto è stata la richiesta di scorte al premier Conte. E anche nel comunicato odierno ripete: “Ho dato da tempo mandato agli uffici di procedere al reperimento sul mercato di tutti i presidi sanitari necessari fino a concorrenza del fabbisogno dichiarato dalle strutture sanitarie”. Esattamente come ieri.
A fare chiarezza non aiuta la tabella numero 2, allega allo stesso comunicato e che riporta in testa, su sfondo giallo, la scritta “Consegnati 19/3”. Come si vede dall’immagine, ci sono sei colonne. Nelle prime tre c’è scritto “mascherine chirurgiche“. Vengono riportati tre totali diversi: 44.800, 21.500 e 66.300. Tutti questi dispositivi, insieme, fanno 132.600. Nel comunicato c’è la specifica solo sui 44.800 pezzi che Solinas indica come “mascherine monovelo” e dice che “dobbiamo accontarci anche di queste”. Peraltro: se sono tutte dello stesso tipo, visto che non è indicato il modello, non è chiaro perché il presidente menzioni solo il numero della prima colonna. Poi aggiunge ancora: “È inaccettabile che qualcuno strumentalizzi questo fatto attribuendo responsabilità inesistenti all’amministrazione regionale”.
Resta il fatto, non chiarito nel comunicato, che diventa un mistero il motivo per cui tanti medici, infermieri e operatori socio-sanitari stanno lamentando l’assenza di mascherine, se solo la somma di quelle chirurgiche fa 132.600. Non solo: sempre stando alla tabella numero 2 della Regione, il personale sanitario può contare anche sui dispotivi di protezione più isolanti, come le mascherine Ffp1, FFp2, FFp3. Per un totale di 7.490.
Il finale è un passaggio politico: “Accolgo per intero l’appello alla collaborazione del segretario del Pd sardo, Emanuele Cani, e ringrazio per la responsabilità che stanno dimostrando i suoi consiglieri regionali, diversamente da alcuni membri dell’opposizione, fortunatamente pochi, che continuano nelle strumentalizzazioni e nella ricerca esasperata di sensazionalismi e scandali inesistenti. Noi vogliamo fare fronte comune per gestire una grave emergenza che non ha colore politico, ma se non ci sono posti a sufficienza nei reparti di terapia intensiva, se gli ospedali sono in condizioni inadeguate, se non c’è tutto il personale che ci vorrebbe non possiamo accettare il tentativo di dimenticare da dove nasca tutto questo o, peggio, di imputarlo al governo di questi mesi”. Insomma, senza citarlo il presidente incolpa il centrosinistra. E in partiocolare il Pd, appena appludito, perché l’ex assessore Luigi Arru è del Partito democratico.
Sardinia Post ha contattato l’Ufficio stampa della Regione per provare a leggere meglio i numeri. Ma non è stata fornita alcuna spiegazione aggiuntiva. Anche perché sommando i dati contenuti nelle tabelle uno e due si arriva a 176.267 mascherine. Quindi non è che in Sardegna non ce ne siano.
Alessandra Carta
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