Coronavirus, attesa per la coppa Davis. Tra le ipotesi giocare a porte chiuse

Meno due giorni al primo match di Coppa Davis tra Italia e Corea del Sud a Cagliari. Ma il tema principale è sempre quello: tutti in attesa dei provvedimenti del Governo per capire se si gioca o se gli incontri si disputeranno a porte chiuse o con il pubblico. La cancellazione sembra molto improbabile.

“Siamo in attesa delle decisioni delle autorità – spiega il dirigente della Fit, Sergio Palmieri – tutte le misure di prevenzione le abbiamo già prese”. Porte chiuse? “Abbiamo visto che in Giappone hanno adottato questa soluzione. E anche Polonia-Hong Kong è a porte chiuse”. Il possibile danno economico per un eventuale sfida senza pubblico? “Solo la biglietteria – ha spiegato Palmieri – diritti tv e sponsor non sono a rischio. Ma il danno economico, in una situazione come questa, non è così importante”.

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“La situazione è seria, siamo qui per giocare una competizione sportiva, cerchiamo di andare avanti senza panico, aspettiamo le direttive del Governo. Giocheremo se potremo giocare, rispetteremo le indicazioni del Governo”. Così il capitano dell’ItalDavis Corrado Barazzutti. “Posso immaginare un grosso danno, ma bisogna pensare anche alla gravità del momento”, aggiunge Barazzutti. Sul lato sportivo il capitano sceglierà la squadra da mandare in campo solo dopo il sorteggio. “Siamo favoriti sulla carta, per noi è importante andare a Madrid. Abbiamo una squadra molto competitiva. Siamo qui per vincere e per cercare di cogliere un buon risultato a Madrid. Ci sono naturalmente tutte le insidie tipiche della Davis. Speriamo che in campo emergano anche i valori”.

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