Colonizzazione dello spazio, il Dass acquisisce i diritti dei brevetti Cosmic

Il Distretto AeroSpaziale della Sardegna (Dass) acquisisce i diritti sui brevetti generati dal progetto Cosmic di proprietà dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), nell’ambito della colonizzazione umana dello spazio.

Le tecnologie sono state brevettate da ricercatori dell’Università di Cagliari, del Cnr e del Centro di Ricerca, Sviluppo e studi superiori in Sardegna, coordinati dal professor Giacomo Cao che, sfruttando un finanziamento di 500mila euro ricevuto dall’Asi, hanno sviluppato, nell’ambito del progetto Cosmic, in pochi anni dal 2010, due processi che consentono rispettivamente di ottenere elementi strutturali, “mattoncini”, impiegando suolo lunare e marziano, e di garantire il sostentamento di missioni umane utilizzando le risorse disponibili sul pianeta rosso per ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti, propellenti e biomassa edibile.

Unico fra i Distretti italiani a poter disporre di un proprio patrimonio brevettuale, il Dass (www.dassardegna.eu) dopo aver acquisito i diritti sui due brevetti che appartenevano all’Università di Cagliari, è diventato ora proprietario, per il tramite degli inventori dipendenti dell’Ateneo, i ricercatori Giacomo Cao, Roberto Orrù e Roberta Licheri, anche di quelli che erano in capo all’Asi. Le domande di brevetto sono concesse o sono in fase di concessione e di nazionalizzazione in Francia,Germania, Gran Bretagna, Usa, Cina, Giappone, Russia e Italia. Solo dall’India, dove comunque i diritti sono tutelati in forza di convenzioni internazionali, non si è avuta alcuna risposta.

Il Dass, che ha compiuto tre anni di vita essendo stato costituito il 15 ottobre 2013, “con l’obiettivo dell’espansione della civiltà verso lo spazio, nell’ambito del Cluster tecnologico nazionale aerospazio, ha recentemente proposto, di concerto con Thales Alenia Space – sottolinea il suo presidente Giacomo Cao – un gruppo di lavoro, che mette a sistema tutte le competenze presenti nel Paese, finalizzato allo sviluppo di tecnologie per l’esplorazione che recepiscano i paradigmi della Nasa ovvero siano basate sullo sfruttamento di risorse disponibili sul posto in modo da consentire un abbattimento dei costi e l’allungamento dei tempi di missione”.

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