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Centri servizi, nuova protesta dei lavoratori davanti all’assessorato del Lavoro

Nuovo sit-in di protesta davanti all’Assessorato regionale del Lavoro questa mattina a Cagliari degli operatori dei centri servizi Csl e Cesil. Senza stipendio dal primo gennaio, sono giunti al novantesimo giorno di presidio sotto il palazzo della Regione in viale Trento. In 60, in rappresentanza dei 350 operatori dei Centri servizi per il lavoro (Csl) e dei Centri servizi inserimento lavorativo (Cesil), fanno sentire la loro voce davanti alla sede dell’Assessorato in via 28 Febbraio: “Servizi Csl e Cesil: 360 lavoratori a casa”, si legge in uno degli striscioni. Una trentina di lavoratori ha raggiunto l’androne del palazzo, mentre per altri 30 la protesta prosegue all’esterno.

“Chiediamo con forza un tavolo di confronto con l’assessore al Lavoro Mariano Contu per capire quale strada intenda seguire per trovare una soluzione alla nostra disperata vertenza – sottolinea Gigi Floris, referente Uil Temp – non ce ne andremo fino a quando non saremo ricevuti”. La situazione si trascina da dieci anni con i contratti prorogati di anno in anno e nessuna certezza per il futuro, fino all’epilogo drammatico: dal primo di gennaio non hanno più impiego. “Ma intanto sono arrivate due leggi, una del 2012 e una del 2013, rimaste inapplicate, e ora in attesa del riordino istituzionale degli enti territoriali e del sistema dei servizi, ne viene votata una terza che prevede il trasferimento del personale all’Agenzia regionale per il lavoro. “Tra i lavoratori, molti giovani padri e madri di famiglia, cresce il malessere causato dalla disoccupazione, dall’incertezza per il futuro e dalla confusione che questa molteplicità di norme approvate e non applicate sta generando”, aggiungono i lavoratori durante il sit-in. In attesa del rientro in sede dell’assessore regionale del Lavoro Mariano Contu, un gruppo di lavoratori dei Csl e Cesil, in presidio davanti alla sede dell’Assessorato a Cagliari, ha deciso di spostare la protesta al primo piano dell’edificio. “Attenderemo il suo rientro e non ce ne andremo fino a quando non saremo ricevuti – dicono gli operatori dei centri servizi per il lavoro – abbiamo inviato con un fax la nostra richiesta di incontro e attendiamo una risposta”.

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