Caterina e la sperimentazione animale, gli antispecisti sardi: “Aggressione inaccettabile”

Anche nell’isola il dibattito attorno alla vicenda di Caterina Simonsen, la giovane padovana insultata su web per le sue parole in favore della sperimentazione animale, non è passato sotto silenzio. Tantissime le voci che si sono levate contro l’immagine postata su facebook in cui la Simonsen, una vita tra ricoveri e terapie a causa di quattro malattie rare, mostrava un cartello con scritto “Ho 25 anni grazie alla vera ricerca che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni”: ha ricevuto insulti pesantissimi e decine di minacce di morte da parte di presunti animalisti.

Immediata la presa di distanza da parte di tante associazioni di animalisti tra cui il collettivo Gruppo Antispecismo Cagliari: “L’aggressione contro Caterina Simonsen è inaccettabile” – sottolinea Antonio De Agostini, portavoce del collettivo – il punto di vista della ragazza è comprensibile, dato che si tratta di una persona malata che oggi può vivere grazie alle cure attualmente disponibili, l’aggressione mediatica da chi si nasconde dietro lo schermo di un pc farebbe pensare che tutti gli animalisti siano irrazionali e aggressivi. Non è così”.

Il Gruppo Antispecismo cagliaritano da diversi anni organizza in città manifestazioni, presidi, eventi informativi e raccolte firme per sensibilizzare le persone sulle condizioni di vita e sfruttamento degli animali. Tra i principi fondanti dell’antispecismo, la considerazione che tutte le specie animali, umane e non, debbano godere dello stesso diritto alla vita e alla libertà. “Siamo contrari alla sperimentazione animale perchè eticamente inaccettabile, ammesso e non concesso che porti vantaggi alla ricerca. Crediamo però che a questa vicenda i media abbiano dato una risonanza spropositata e disonesta: molti dei profili dai quali sono partiti insulti e minacce sono inesistenti o fasulli, inoltre ci si è focalizzati unicamente sulla forma di alcuni messaggi (che, ripeto, noi condanniamo), senza però dare la minima rilevanza al contenuto dell’antivivisezionismo in sé. A nostro parere il caso è stato strumentalizzato, perché fra i tanti casi di dibattiti civili e costruttivi sulla sperimentazione animale, fra i tanti malati che rifiutano le cure per dimostrare il loro dissenso a questa pratica si è data risonanza unicamente a questa vicenda, per colpire ancora una volta il movimento per la liberazione animale, pilotando il dissenso con superficialità e parzialità. Il discorso è complesso e non si può ridurre a un parere favorevole e uno contrario: spesso i sostenitori della sperimentazione animale e i  media ci attribuiscono in malafede semplificazioni che non ci appartengono. La vita e la libertà di ogni individuo sono sacre – conclude De Agostini – non gioiamo certo della morte o del dolore di nessuno, ma anzi vogliamo che il benessere e la salute di noi esseri umani non passi per le sofferenze e la prigionia di decine e decine di individui animali”.

Francesca Mulas

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