Catena di attentati nel Sulcis. Vandalismo, intimidazione o malessere?

Attentati incendiari contro le auto dell’Arpas, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Distrutte dalle fiamme anche le auto (personali e di servizio) di agenti della Guardia di Finanza di Iglesias. Auto di comuni cittadini incendiate senza motivi apparenti. Che cosa succede nel Sulcis ? Si tratta di semplici atti vandalici o di intimidazioni? O sono invece i “fuochi” di un malessere diffuso che ha imboccato la strada della violenza pre-politica?

Certo è che non possono essere liquidati come una semplice coincidenza i due incendi di natura dolosa che a Portoscuso, in due giorni, hanno distrutto l’altra ieri dodici auto, di cui quattro dell’Arpas, e altre sette, assieme a un minivan, questa notte. I mezzi colpiti nell’ultimo attentato (nel piazzale parcheggi del porto) pare siano di proprietà privata, ma gli accertamenti dei carabinieri di Iglesias (al comando del Capitano Nicola Pilia) e dei Vigili del Fuoco di Carbonia, sono ancora in corso.

E’ di pochi mesi fa l’atto intimidatorio, compiuto a Iglesias, ai danni di un finanziere. La sua auto è stata completamente cosparsa di benzina, pronta per essere incendiata. Alcune settimane prima, mentre era in corso un servizio di controllo, erano state squarciate le gomme di un’auto delle
Fiamme Gialle.

La Finanza, dunque, è uno degli obiettivi preferiti degli incendiari. E questo fa propendere per il movente intimidatorio e a ragionare attorno all’intesa attività svolta dai finanzieri di Iglesias, sotto il comando di Andrea Vinci, nell’ultimo periodo. L’elenco delle operazioni è lungo.

Nel marzo scorso, decine di pattuglie sono state sguinzagliate fra Iglesias, Carbonia, Portoscuso e altri centri del Sulcis, e sono state effettuate decine di perquisizioni, nell’inchiesta su una truffa milionaria ai danni di una serie di banche sparse in tutta Italia. Un’associazione a delinquenre che aveva nel Sulcis la sua “cabina di regia”. Poi ci sono le indagini sull’Igea e il Parco Geominerario, quelle su singoli esponenti politici.

Insomma, sono in parecchi nel Sulcis ad avere qualche motivo di rancore verso le Fiamme gialle. Ma è questa la spiegazione degli attentati? Non è detto. Perché la Finanza è anche un’istituzione e potrebbe esserci chi decide di colpirla per colpire simbolicamente lo Stato. Ipotesi sostenuta dalla drammatica situazione economica dell’area. La crisi crea quel tipo di terreno nel quale la violenza politica può attecchire più facilmente. Ed è questo il timore maggiore degli investigatori.

Carlo Martinelli

 

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