Caria si difende: “Non ho ucciso Silvia, dovevamo sposarci il 20 luglio”

Si difende Giulio Caria, accusato dell’omicidio di Silvia Caramazza, la bolognese di 39 anni il cui cadavere è stato trovato la settimana scorsa dentro un congelatore all’interno del suo appartamento in via Aldini, nel capoluogo emiliano. Una difesa che, almeno all’apparenza, è circostanziata. In particolare Caria sostiene che il freezer a pozzetto all’interno del quale è stato trovato il cadavere doveva essere stato portato di recente nell’abitazione della fidanzata perché lui non ne conosceva l’esistenza. Inoltre afferma che i rapporti si erano più che rasserenati: era addirittura in programma, per il 20 luglio, il matrimonio.

Caria ha citato a sostegno del suo racconto una serie di messaggi via internet e ha chiesto che vengano acquisiti. Il suo difensore, Gennaro Lupo, ha sollecitato il magistrato a estendere gli accertamenti alle comunicazioni on line che la vittima ha tenuto negli ultimi tre mesi.

Nessuna fuga, dunque, secondo il trentaquattrenne di Berchidda accusato del feroce omicidio e detenuto nel carcere sassarese di San Sebastiano. Ha detto di essere rientrato in Sardegna in traghetto, con un biglietto regolarmente intestato a suo nome, e di essere rimasto sorpreso per l’arresto.

In realtà le circostanze in cui esso, è avvenuto nelle campagne di Padru, fanno pensare a un diverso stato d’animo: Caria, che era stato iscritto nel registro degli indagati il 28 giugno, è stato trovato nascosto in un macchione, col corpo graffiato dalla vegetazione e 3700 euro in tasca. Poco distante, con una ruota bucata, la Yaris di proprietà del padre della vittima.

Per domani è attesa la decisione del Gip di Sassari sulla posizione di Caria, che oggi è stato interrogato per oltre quattro ore durante l’udienza di convalida del fermo. Il Gip si è riservato la decisione. Caria, assistito dall’avvocato Gennaro Lupo, ha ribadito la propria innocenza. “Ha dato riferimenti – ha spiegato il legale – per rintracciare gli eventuali autori delle comunicazioni con Silvia via internet”, anche se nomi non ne ha fatti. Il fermato, infatti, sostiene che nell’ultimo periodo la compagna, con cui viveva in viale Aldini a Bologna, aveva riallacciato via web una relazione del passato con qualcuno che la perseguitava. Nel frattempo il pm della Procura di Bologna, Maria Gabriella Tavano, ha conferito al medico legale Chiara Mazzacori l’incarico per l’autopsia sul corpo della vittima che verrà svolta domani, alla presenza dei consulenti nominati dal presunto omicida (il medico legale Giuseppe Fortuni) e dalla famiglia di Silvia Caramazza (Eva Montanari). Dall’esame si attendono risposte anche per capire quando la ragazza sia stata uccisa.

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