Carceri sarde, stranieri in aumento. Sdr: “Violata la territorialità della pena”

Nei 10 penitenziari sardi si contano 509 detenuti non italiani su un totale di 1.950 (26,10%). Allarme di “Socialismo Diritti Riforme”

“La Sardegna assiste costantemente all’arrivo di detenuti, prevalentemente stranieri, dalle carceri della Penisola. È la conferma che le nuove strutture sorte nell’Isola non sono destinate a rafforzare il reinserimento sociale dei condannati, ma ad alleviare il sovraffollamento degli altri istituti italiani“. A sollevare l’ennesimo allarme carcerario è Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

Porta numeri, la Caligaris, quelli online sul sito del ministero della Giustizia che ogni mese pubblica un report sulle presenze nelle carceri. Questa la progressione sarda, come si può ricostruire dall’esame delle singole schede: al 31 gennaio 2015, quando ancora i penitenziari dell’Isola erano 12, si contavano 432 stranieri, a fronte di 1.833 detenuti. Al 31 maggio scorso, con gli istituti scesi a quota 10 (dopo la chiusura di Iglesias e Macomer), i non italiani sono saliti a quota 509, su un totale di 1.950 reclusi. Percentualmente i due dati valgono rispettivamente il 23,56 e il 26,10.

La Caligaris dice: “Il dato è particolarmente significativo perché è il risultato dei trasferimenti di cittadini considerati, troppo spesso a torto, senza legami familiari e per i quali la territorialità della pena non risulta essere un principio da rispettare. Riteniamo che questa sottovalutazione da parte del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) non faccia altro che generare disagio, squilibri e sofferenza”.

Entrando nel dettaglio dei trasferimenti di stranieri (e si tratta prevalentemente di extracomunitari), dall’associazione aggiungono: “L’indice più elevato si registra a Mamone-Lodè. Nella colonia penale si trovano 138 detenuti (su una capienza di 392 posti), di cui 109 non italiani. Significa il 78,98 per cento“.

Il dato scende al 64,1 ad Arbus Is Arenas: gli stranieri sono 50 su 78 reclusi (su una capienza di 176 posti). Ancora: a Sassari-Bancali i detenuti stranieri non superano i 149 su 361, pari al 41,27 per cento. A Isili – carcere da 155 posti -, i reclusi non italiani sono 31 su 82 (37,7 per cento). Chiude il carcere di Cagliari-Uta: gli stranieri sono il 18,8 per cento. Ma il numero assoluto è alto, equivale a 106 reclusi”.

La Caligaris li bolla come “numeri inequivocabili”, a cui va aggiunto un secondo ordine di problemi, ovvero il sovraffollamento. A Tempio-Nunchis, in Gallura, hanno già sforato sulla capienza massima. “A fronte di 167 posti regolamentari – risulta dai dati del Ministero -, i detenuti sono 198, di cui 7 stranieri”. Già al limite il nuovo penitenziario di Sassari-Bancali che sta per raggiungere la capienza massima di 363 posti (i reclusi sono 361). Non va meglio a Cagliari-Uta: i detenuti “sono attualmente 563 su una soglia massima di 567 che diventeranno 569 quando sarà completato il padiglione del 41 bis (il carcere di massima sicurezza)”. La Caligaris osserva ancora: “Tutto ciò significa che le celle, costruite per ospitare due detenuti, ne accolgono ormai tre, se non addirittura quattro”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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