Il Sulcis torna in piazza: cassaintegrati e disoccupati stanno marciando da questa mattina alle 9. Un corteo di circa 600 persone è partito dal centro intermodale di Carbonia. Ai senza lavoro si sono uniti anche gli studenti delle scuole superiore.
Il Sulcis rivendica l’attenzione della Regione e dalla politica in generale per l’emergenza disoccupazione. Alle 10 il corteo ha raggiunto la statale 126, la strada che collega Carbonia e Iglesias. Il traffico è paralizzato. In marcia anche i sindacati. Manolo Mureddu, delegato Cisl delle imprese degli appalti a Portovesme, dice: “Chiediamo che la politica ricomincia dare risposte a questo territorio”. Così commenta l’imprenditore Paolo Bullegas: “Non si contano più le serrande che si abbassano, bisogna trovare una soluzione”.
Antonio, un operaio in cassa integrazione, dipendente di una ditta d’appalto dell’Eurallumina, urla tutto il suo dolore: “Sono malato ma non ho i soldi per curarmi”. Sabrina e Martina, studentesse delle scuole superiori, manifestano per i loro genitori cassaintegrati e per il loro futuro: ” Non sappiamo neppure se potremo terminare gli studi”. Tra i manifestanti, Daniele, un invalido a cui manca una gamba che manifesta con le stampelle: “Sono qui per solidarietà verso gli amici cassaintegrati”. Il corteo dei manifestanti, giunto all’altezza di Barbusi, ha fatto ritorno a Carbonia. Al passaggio degli operai i commercianti e le banche hanno abbassato le saracinesche in segno di solidarietà. Tra gli slogan: “lavoro, sviluppo, occupazione” anche una preghiera, un Padre Nostro. Quando il corteo è giunto in prossimità della piazza Roma, si sono udite le campane della chiesa di S.Ponziano che suonavano “a morto”, una coincidenza probabilmente. Dopo una breve sosta dinnanzi al Municipio dove sono stati ribaditi i motivi della protesta, il corteo si è diretto nuovamente verso il centro intermodale, intorno le ore 13, da cui questa mattina era partito e dove è terminato.
Carlo Martinelli