Tentato sequestro Podda: un nuovo arresto. La banda puntava a 5 milioni

Il piano risale al febbraio 2012. L’obiettivo era Sandro Podda, figlio di Ferruccio, il titolare della famosa azienda casearia alle porte di Sestu – hinterland cagliaritano- una delle più importanti dell’Isola.

Il piano risale al febbraio 2012. L’obiettivo era Sandro Podda, figlio di Ferruccio, il titolare della famosa azienda casearia alle porte di Sestu – hinterland cagliaritano-  una delle più importanti dell’Isola. Solo all’ultimo momento la banda di sequestratori decise di desistere. Riscatto e giorno erano già decisi: la banda puntava a 5 milioni di euro e sarebbe dovuta entrare in azione il giorno della visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Questa la ricostruzione che stamani ha portato in cella Efisio Mereu, 50 anni di Sestu, un dipendente dell’azienda. Altri due ordini di custodia cautelare sono stati notificati in prigione al cinquantaseienne di Assemini Niveo Batzella e al suo nipote Gianfranco Batzella, 38 nni, di Sestu, già in cella per altri reati . I due, insieme a Guido Melis, 34 anni, di Sant’Andrea Frius, sono in carcere con l’accusa di una rapina ai danni di una casa di riposo, gestito da suore, proprio a Sant’Andrea Frius. Armati di pistole e con i volti coperti dal passamontagna avevano prelevato nel dicembre 2011 circa 32mila euro in contanti dalla cassaforte. Da lì le indagini sul commando si sono allargate.

La pianificazione del rapimento era stata intercettata dai carabinieri. Che, nel più stretto riserbo, a Cagliari, hanno presidiato il quartiere e l’abitazione della vittima designata, pronti a intervenire. Non è stato necessario perché i banditi all’ultimo momento hanno rinunciato. queste le prime informazioni a proposito di un’indagine portata avanti in questi mesi nel più stretto riserbo.

Le indagini. Un lavoro complesso, quella che ha portato all’arresto di Niveo e Gianfranco Batzella, 57 e 40 anni, zio e nipote di Assemini, e di Efisio Mereu, di 49 anni, di Sestu. Parte dal 18 giugno del 2011, il giorno del ritrovamento all’ingresso di Sestu del cadavere dell’imprenditore Gianluca Carta – ha spiegato questa mattina in una conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari Davide Angrisani – e che passa per la rapina al convento di suore di Sant’Andrea Frius. In mezzo ci sono anche atti intimidatori nei confronti di rappresentanti delle forze dell’ordine a Uta e Decimomannu. “Una banda aperta – hanno sottolineato i militari dell’Arma – che ha anche cercato ripetutamente di contrastare le indagini in corso”. Tutto era pronto per il rapimento di Alessandro Podda, anche se i sequestratori che stavano organizzando il colpo avevano pensato in prima battuta al capostipite dell’azienda casearia alle porte di Cagliari, Ferruccio Podda. Le informazioni sulle disponibilità finanziarie della famiglia erano già state acquisite: puntavano a un sequestro lampo per farsi dare subito cinque milioni. Ma erano attrezzati anche per qualche giorno in più: per questo avevano già predisposto un appartamento nell’hinterland cagliaritano, a Sestu.

Diversi i sopralluoghi effettuati per capire momento e posto ideale per portare via Podda, probabilmente dalla sua abitazione in centro a Cagliari. Ed erano pronti persino i bigliettini da consegnare ai familiari con la richiesta di riscatto. Il colpo non è mai entrato nel vivo perché la banda era seguita praticamente giorno e notte dalle forze dell’ordine. Ed era stato predisposto un piano di protezione della stessa possibile vittima. Tanto che a un certo punto, sentendosi braccato, il gruppo avrebbe preferito rinunciare al colpo.

La base del commando per il sequestro, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è la casa di Niveo Batzella, ad Assemini. Ruolo chiave quello di Mereu, impiegato del caseificio, con vecchi rancori che avrebbe dovuto operare da mediatore.

 

Seguono aggiornamenti.

 

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