Cagliari, scrive a Napolitano per ricordare il padre ferito nella Grande guerra

“Caro Signor Presidente, nel centenario della Prima guerra mondiale ho sentito il bisogno di dedicare il componimento a mio babbo Salvatore, il quale, uno dei mitici ‘ragazzi del ’99’, combatté e fu ferito”. Comincia così la lettera-poesia che Pietro Muggianu Sotgiu, avvocato cagliaritano di 75 anni, ha scritto in memoria del padre e inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il centenario della Prima guerra mondiale.

Papà Salvatore era nato ad Atzara nel novembre del 1899 e morì a Cagliari nel 1982. In versi ecco i sacrifici della vita, l’impegno per riscattare Caporetto, la guerra nella quale il genitore rimase ferito da una pallottola austro-ungarica, ma anche la medaglia di Vittorio Veneto. “Come usa in Sardegna – continua la lettera-poesia – io lo chiamavo ‘babbo’ e così lo evoco poeticamente”. Sotgiu ha quindi ricordato che “dai combattenti sardi fu chiamato Babbu Mannu il conterraneo generale Carlo Sanna, comandante della 33/a Divisione di cui faceva parte la Brigata Sassari. Emilio Lussu, capitano ma soprattutto scrittore e politico, e Giuseppe Musinu, generale, furono tra gli storici protagonisti delle tragiche ed epiche vicende di quella guerra, sardi entrambi e nelle fila della Brigata Sassari”. Lussu e Musinu entrambi avversi alla violenza bellicista mentre Sanna, ha continuato l’avvocato, “fu deputato nel 1924 e, nel 1926, primo presidente del Tribunale Speciale che nel 1928, presidente un altro generale, Alessandro Saporiti, condannò Antonio Gramsci a 20 anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione. Al generale Sanna, scomparso nel 1928, a distanza di oltre un mese dalla condanna di Gramsci, fu dedicata, durante il ventennio, una piazza di Cagliari a cui nel secondo dopoguerra fu cambiato nome e da allora si chiama piazza Antonio Gramsci”.

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