Cagliari, ogni turista pagherà un euro. Truzzu rilancia la tassa di soggiorno

Un euro per ogni turista che arriva in città. È l’ipotesi lanciata dal sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, pronto a riaffrontare il tema della tassa di soggiorno, più volte dibattuto durante gli anni scorsi, con l’obiettivo di finanziare un settore strategico per il capoluogo. L’annuncio è arrivato questa mattina e Truzzu ha scelto lo scenario adatto per parlare di turismo in occasione di Extra il salone del turismo extra alberghiero alla Fiera di Cagliari. Diverse le reazioni sia da parte della politica che delle associazioni di categoria che, sebbene possano accettare (non sempre di buon grado) un nuovo balzello, si soffermano soprattutto sul metodo con cui dovrà essere applicata. Il sindaco ha fatto chiarezza su questo aspetto: “Ho annunciato la tassa di soggiorno, da introdurre in seguito a un confronto e con la piena collaborazione delle associazioni di categoria. Il turismo cresce, è un pezzo importante della nostra economia, e l’extra-alberghiero si conferma un settore trainante in città”. Messa al sicura la ‘concertazione’, Truzzu cita i numeri delle presenze turistiche del 2018 con quasi 600mila persone a Cagliari: “Con 1 euro a testa potremmo finanziare la Dmo (Destination management organizzation), migliorare la promozione della nostra città, i servizi di accoglienza e incentivare l’occupazione e le attività produttive”.

Dall’opposizione in Consiglio comunale non ci sarà battaglia serrata anche perché l’argomento ‘tassa di soggiorno’ era già stato affrontato dalla precedente amministrazione guidata dal centrosinistra. Ma tra il non dare battaglia e firmare una cambiale in bianco ci sono alcuni passaggi che gli esponenti della minoranza in Consiglio comunale sottolineano. Francesca Ghirra, sfidante di Truzzu alle ultime comunali parla di “apertura al dialogo”, ma pone una questione sulla quale “siamo irremovibili” e riguarda la necessità di “affrontare questo percorso assieme alle associazioni di categoria e sul fatto che non si possono aumentare i costi dei servizi turistici senza che il settore tragga un beneficio reale“. Sulla stessa linea anche Marzia Cilloccu, ex assessora al Turismo del Comune di Cagliari, che ribadisce il percorso condiviso con le associazioni categoria e gli operatori turistici, ma solleva un’altra questione che riguarda il sommerso: “Il problema della tassa di soggiorno è che tutti devono pagarla”. Significa dunque affrontare un passaggio intermedio che, secondo Cillocu, non è ancora terminato: “Da quando è stato istituito lo Iun (Identificativo unico numerico) è stato possibile migliorare sul fronte del sommerso, ma il traguardo è ancora lontano. Questo è un passaggio importantissimo per fare in modo che tutti paghino la tassa di soggiorno”.

Le associazioni di categoria attendono di capire in che modo verrà declinata questa idea. Il presidente di Confesercenti sud Sardegna, Roberto Bolognese, precisa che sull’argomento “non esiste una linea univoca perché tutto dipende dall’entità della tassa e dall’utilizzo che se ne farà”. Nonostante la riottosità davanti a qualsiasi nuovo onere, Bolognese ammette che la tassa di soggiorno “potrebbe essere digerita se ci fosse una reale ricaduta sull’accoglienza e sui servizi al turista”. La preoccupazione è che in un regime di concorrenza spinta, un costo in più per il turista potrebbe rendere Cagliari una meta poco appetibile, anche se in numerose località questo tipo di balzello esiste: “Chiediamo che ci sia trasparenza e un confronto su come il gettito verrà reinvestito”. Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio della provincia di Cagliari, riconosce che “dovunque andiamo noi paghiamo una tassa di ingresso o di soggiorno”, infatti il primo problema in cima alla lista riguarda il fatto che “pagano soltanto i soliti che fanno le cose in maniera trasparente e chi lavora nel sommerso non paga”. Un problema che potrebbe essere aggirato con l’introduzione della tassa di ingresso, sulla quale Bertolotti si dichiara più favorevole con l’obiettivo che venga “oculatamente reinvestita e vincolata a un utilizzo che favorisca l’attività nel territorio, attraverso politiche di incentivazione per i periodi fuori stagione, quindi nell’offerta culturale, museale e nell’organizzazione di grandi eventi di respiro internazionale”. Infine, “se tassa di soggiorno, e non di ingresso, deve essere, che sia impiegata anche in una lotta senza quartiere contro la ricettività abusiva”.

Matteo Sau

 

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