“Bresca Dorada”, non solo mirto: “Puntiamo sul turismo di qualità”

A Castiadas, Muravera, Monte Liuru e San Vito, il mese di marzo segna l’inizio della raccolta degli agrumi. Gli odorosi agrumi delle valli del Sarrabus, protette dai venti e bagnate dalle rive quiete del Flumendosa. Nell’azienda di Bresca Dorada sono giorni di lavoro intenso, di passione e fatica sui terreni granitici dove arance e limoni crescono in un habitat naturale eccezionale e dove decine di piccole aziende agricole viaggiano in direzione ostinata e contraria rispetto ai dettami di un’economia globalizzata. I frutti vengono raccolti a mano, uno per uno, deposti nei canestri, lavati e poi preparati per la spremitura. Da lì a poco saranno lavorati e trasformati per ottenere le marmellate e i succhi che racchiudono i tesori dell’assolato Sarrabus: arance, mandarini, limoni, fichi d’india e mele cotogne. Frutti che associati alle essenze mediterranee dell’eucaliptus, della lavanda, del rosmarino, lentischio o finocchietto offrono anche originali confetture da gustare con un dessert o magari con le prime insalate di stagione.

“La percentuale di frutta presente nelle nostre marmellate e confetture è altissima – spiega Paolo Melis (nella foto) da trentacinque anni custode e anima vibrante di Bresca Dorada -; in nessuna delle nostre preparazioni facciamo aggiunta di pectine, aromi, stabilizzanti o conservanti. I sapori che offriamo sono autentici, genuini, familiari. Quelli che fanno della nostra Isola, un paradiso per chi ama la fragranza dei prodotti naturali”. Paolo, assieme al socio e amico di una vita, Enrico Diana, proviene da Cagliari: “Nell’86, incantati dalla bellezza del luogo, acquistammo in una località chiamata Cann’e Frau, a pochi chilometri da Muravera, i primi terreni: non eravamo soli a voler mettere qui le radici, assieme a noi alcuni gruppi di  giovani amanti della terra alla ricerca di un nuovo modello dove si potesse respirare più libertà. Un territorio poco antropizzato, genuino, dove la stretta di mano e il sudore sui campi costituiva l’etica del vivere quotidiano”.

Una spina dorsale ben dritta, che Paolo ed Enrico hanno conservato intatta negli anni: da quelle arnie di miele prezioso, nel 1990 nasce un’azienda che oggi esporta in Europa e in America e che fa dello sviluppo sostenibile, della valorizzazione delle materie prime e del rispetto del territorio una carta vincente: “Il biologico ci ha dato dei gran bei risultati. E non era scontato. La chiave di volta della nostra crescita è stato il mirto. Agli inizi raccoglievamo le bacche e facevamo trecento litri di liquore: piaceva così tanto anche solo agli amici che andava esaurito nel giro di poche settimane. Allora abbiamo osato e ci siamo impegnati nella produzione su più larga scala, rimanendo però fedeli agli stessi principi: niente aromi artificiali ma solo mirto, acqua, zucchero e miele. Ed è stato proprio il nostro miele a differenziarci dagli altri prodotti sul mercato: è un ingrediente totalmente naturale, in grado di esaltare il sapore del mirto e il suo retrogusto selvatico”.

Oggi, quella di Bresca Dorada è la storia di un successo. Un’azienda piccola, con 15 dipendenti, un listino di cento prodotti, e un investimento sulla progettazione e la creatività che non conosce tregua. Dopo aver pubblicato una serie di calendari artistici con gli scatti di grandi fotografi (tra i tanti ricordiamo quelli di Giancarlo Deidda, Salvatore Pirisinu, Angelo Mereu, Rosy Giua, Mario Sollai), lanciato una serie di video tra cui l’ultimo a firma di Marco Gallus, realizzato confezioni di marmellate e succhi d’arancia su misura per la distribuzione alberghiera, esportato straordinari sali aromatizzati che vengono apprezzati anche in Giappone, per la prossima stagione, Paolo ed Enrico hanno scelto di puntare sul turismo di qualità. “Stiamo lavorando alla ristrutturazione di alcune pertinenze per creare delle piccole “camere con vista” dove dare spazio a un turismo sensibile ai temi del food, dell’agroalimentare, ma anche del benessere e della natura. Potremo aprirci a delle forme di residenze estive con associazioni e istituzioni, ospitare laboratori e lavorare con le scuole alberghiere. Siamo disponibili a ogni tipo di collaborazione. L’importante, è metterci il cuore”.

Donatella Percivale

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